Robert Rauschenberg with “Stripper” (1962) in his Broadway studio , New York, NY, United States, circa 1962. Photo: Unattributed Robert Rauschenberg with “Stripper” (1962) in his Broadway studio , New York, NY, United States, circa 1962. Photo: Unattributed Photograph Collection. Robert Rauschenberg Foundation Archives, New York
I cataloghi ragionati sono libri definitivi, per quanto riguarda l’intero corpus di opere di un artista, almeno fino all’uscita di un altro catalogo ragionato. Di fatto, si tratta di volumi impegnativi, sia dal punto di vista della realizzazione, perché richiedono una enorme mole di studi, ricerche e approfondimenti, che dalla parte della fruizione, considerando tutte le pagine che servono per compendiare quelle conoscenze. Per non parlare dei costi, solitamente significativi. Ma la Robert Rauschenberg Foundation sta ribaltando la questione e per il nuovo catalogo ragionato dedicato alle opere del grande artista statunitense, acuto innovatore delle suggestioni provenienti dalla Pop Art e dall’Espressionismo Astratto, ha pensato a qualcosa di diverso. È stata infatti annunciata l’intenzione di proporre un catalogo in più volumi, che sarà consultabile pubblicamente anche online, gratis si intende. Semplice e geniale.
Nel 2025 la Fondazione svelerà i primi due volumi del catalogo ragionato, il primo proporrà una panoramica del lavoro di Robert Rauschenberg, che è scomparso a 82 anni, nel 2008, il secondo una ricognizione approfondita di tutte le opere realizzate tra il 1948 e il 1953. In quell’arco temporale, Rauschenberg iniziò a frequentare lo storico Black Mountain College nel North Carolina. Qui ebbe modo di studiare pittura con Josef Albers, uno dei fondatori del Bauhaus. Successivamente, dal 1949 al 1952, Rauschenberg studiò con Vaclav Vytlacil e Morris Kantor presso l’Art Students League di New York, dove incontrò Knox Martin e Cy Twombly. Nel 1950 sposò l’artista Susan Weil, che aveva conosciuto qualche anno prima all’Académie Julian di Parigi e dalla quale avrebbe divorziato nel 1953. E qui si chiude la storia del catalogo, per il momento.
La pubblicazione tratterà però solo dei dipinti e delle sculture di Rauschenberg, compresi i suoi famosi Combines, quindi rimarranno fuori i disegni, le stampe e i lavori realizzati con altri media. Tuttavia, i numeri rimangono notevoli: circa 3mila saranno le opere catalogate. Ma la novità risiede nella stessa forma digitale dei volumi che, così, potranno essere agevolmente aggiornati, aggiungendo, per esempio, nuove attribuzioni oppure mostre più recenti. Il formato insolito del catalogo è in parte dovuto anche alla natura fluida della pratica di Robert Rauschenberg, come ha spiegato Kathy Halbreich, direttrice esecutiva della Fondazione: «Questo catalogo non ha davvero una “fine” e penso che sia davvero adatto per questo artista». Peraltro, lo stesso sito della Robert Rauschenberg Foundation è molto ben fatto e la sezione dell’archivio fotografico, liberamente consultabile, conserva dei documenti veramente molto interessanti e preziosi.
Lo storico dell’arte Michael Lobel affronterà la storiografia che circonda Rauschenberg e l’artista Amy Sillman affronterà l’interazione tra immagini “ready-made” e astrazione gestuale nei suoi dipinti. Il conservatore del Whitney Museum Matthew Skopek e lo storico Darby English scriveranno sulla stessa opera: Untitled [four panel glossy black painting], realizzata intorno al 1951. Altri saggi saranno scritti dai curatori Carlos Basualdo, Helen Molesworth e Courtney J. Martin e dagli artisti Glenn Ligon e Terry Winters.
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