Isabella Pers tra naturale e artificiale

di - 1 Agosto 2019
In inverno le spiagge si ricoprono di rami, alberi e immondizia che il mare espelle. Potrebbe essere un processo naturale. Allo stesso modo, una tempesta può eliminare gli ostacoli sul suo percorso. Potrebbe essere un processo naturale? No, nessuno dei due esempi può essere considerato “naturale” se i fenomeni vengono contestualizzati in una cornice più ampia: l’uomo con il “progresso necessario” ha modificato il mondo, contaminando e distorcendo tutto ciò che era considerato “naturale”. Isabella Pers attraverso la video installazione “When mind becomes form”. Del moto et misura dell’acqua cerca di ricucire il divario tra uomo e natura. L’opera è stata presentata nei Giardini Pubblici di Gorizia nell’ambito del Festival Urbano Multimediale Invisible Cities, prodotto da Quarantasettezeroquattro, in collaborazione con CSS Teatro Stabile d’Innovazione di Fvg.
When mind becomes form. Del moto et misura dell’acqua è composta da più elementi: un video di documentazione di una seduta di meditazione, condotta dall’artista e da Alessandra di Gesù, sciamana palermitana, che si svolgeva in simultanea in altri posti nel mondo; e un’installazione composta da alberi e rami recupetati dal passaggio della tempesta Vaia. L’opera di Pers crea continui contrasti: il video, che qui può essere inteso come la componente scientifico-tecnologica, si contrappone al verde del giardino, che a sua volta stride accogliendo sterpaglie secche.

Isabella Pers, When mind becomes form

L’artista friulana sceglie le rive del fiume Isonzo -terra rigogliosa e fertile, ma teatro di violenti scontri – per celebrare la meditazione collettiva sull’acqua e sugli alberi, in connessione con altri posti afflitti dalla deriva antropocentrica, come l’arcipelago di Kiribati. L’opera richiama la tradizione ancestrale delle pratiche divinatorie silvestri, riportando l’esperienza ambientale all’interno del contesto urbano. Isabella Pers costruisce così una ritualità e una collettività capaci di riconnettersi con il tutto.

L’opera sottolinea l’importanza che l’essere umano ha nei confronti di eventi più o meno catastrofici, al fine di suscitare una riflessione sulla responsabilità soggettiva. Ma non solo: la meditazione crea un’unione più profonda tra l’uomo e il mondo. Vari fili intrecciati che formano, alla fine, un racconto armonico e solido.

Gianluca Gramolazzi

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