EVA JOSPIN, foto © Masiar Pasquali
Duratura ma impermanente, in dialogo tra il dento e il fuori, sospesa tra lo sguardo delle persone e i cambiamenti delle stagioni. In equilibrio tra gli opposti e conciliando i linguaggi dell’arte contemporanea e della moda: è Microclima, la nuova installazione site specific realizzata da Eva Jospin per il flagship store di Max Mara in Corso Vittorio Emanuele, a Milano.
L’artista francese vinse un contest indetto dal noto brand nel 2019 e oggi l’opera, che si affaccia della terrazza dello store verso il centro della città, vede la luce, nel senso letterale del termine. La suggestione proposta dal concorso, promosso in collaborazione con Collezione Maramotti, infatti, era stimolare una riflessione sulle sfumature di percezione dello spazio, tanto da un punto di vista naturale e fisico che poetico e formale.
Ad aggiudicarsi il premio fu Microclima, progetto presentato da Eva Jospin, che consiste in una struttura in vetro e metallo, una sorta di serra o un padiglione, nella quale è come incastonato un enigmatico paesaggio in cartone, un rilievo raffigurante elementi vegetali su un sostrato minerale, tra cactus esotici, alberi tropicali, stalagmiti di grotte e fossili di radici. In questo spazio luminoso, la natura, più che rappresentata, è invece suggerita dalla scansione ritmica serrata di un materiale grezzo, monocromo, il cartone, uno degli elementi più usati da Jospin nei suoi lavori.
Nata a Parigi, nel 1975, Eva Jospin ha conseguito il Diplôme National Supérieur d’expression plastique all’École des Beaux-Arts di Parigi nel 2002. Ha partecipa a numerose mostre collettive e personali presso sedi prestigiose e musei internazionali, come il Palais de Tokyo e l’Accademia di Belle Arti di Parigi, il Cour Carrée del Louvre. In Italia è stata artista in residenza all’Accademia di Francia – Villa Medici, a Roma, e ha esposto a Venezia, Napoli e Bari. Nel 2021 ha collaborato con Dior per ideare la scenografia della collezione autunno inverno, una galleria di 40 metri e animata da intricati ricami, realizzati da esperti artigiani, allestita nel giardino del Museo Rodin a Parigi. E ancora sul rapporto tra opera e contesto, Jospin ha realizzato, sempre nel 2021, Côté cour / côté jardin, un’installazione commissionata all’artista dal Festival Aperto e dal Reggio Parma Festival.
Da sempre, infatti, la sua ricerca ha affrontato l’immaginario della foresta, con le sue stratificazioni di sensi e di concetti ma anche di topografie, tra luoghi geografici e mentali. «Ad un certo punto, è come se queste architetture naturali, porte rocciose, entrate su mondi sconosciuti, fossero diventate un’ossessione», ha raccontato l’artista francese, a proposito di Microclima. «La natura in questo caso si fa mistero e avvolge l’uomo in una spazialità misteriosa. È l’idea del varcare la soglia di un’altra dimensione».
A dare profondità all’attraversamento dell’opera, che è interamente percorribile, anche la dimensione olfattiva, grazie a un’essenza sviluppata specificamente dall’artista in collaborazione con il profumiere Julien Rasquinet, «Come traccia impalpabile di una natura ricostituita, per restituire la sensazione immersiva di una serra tropicale, sospesa tra l’evocazione di un ricordo e l’illusione di una presenza», spiegano da Max Mara.
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