La Richard Saltoun Gallery apre a Roma, con un omaggio alla Capitale

di - 28 Gennaio 2022

La via degli artisti di Roma amplia sua storia: la Richard Saltoun Gallery di Londra, infatti, aprirà una nuova sede a via Margutta, tra le strade più iconiche della Capitale, poco distante da Piazza di Spagna e Piazza del Popolo, residenza di Federico Fellini, Pablo Picasso, Giorgio De Chirico, Cy Twombly, Alberto Burri e Giulio Turcato ma anche di Rubens e Ribera, oltre che ambientazione di “Vacanze romane”, la commedia di William Wyler.

Una testa di ponte in Europa

Il nuovo spazio di Roma, che rappresenta la seconda sede di Richard Saltoun, oltre a quella fondata nel 2012 e attualmente a Mayfair, Londra, fornirà alla galleria una piattaforma sul suolo europeo, post Brexit, e un canale privilegiato per collaborare con le istituzioni culturali, i collezionisti e il pubblico del nostro Paese. E come prima mostra, un omaggio a una delle figure più influenti nella scena artistica romana: Bertina Lopes.

«Siamo molto entusiasti di stabilire una presenza permanente a Roma, poiché le comunità culturali in tutta Italia e in tutta Europa hanno svolto un ruolo fondamentale nella crescita internazionale della galleria», ha affermato Richard Saltoun, fondatore della galleria. «Rafforzare le relazioni con le comunità di collezionisti in tutto il mondo è un elemento chiave della nostra missione per promuovere l’impegno internazionale con il lavoro dei nostri artisti e un’opportunità per supportare la scena artistica locale». A far parte del team della nuova galleria di Roma, Caterina Antonaci, precedentemente gallery manager di Magazzino, e Chiara Marino, già manager delle operazioni presso la Richard Saltoun Gallery londinese.

Bertina Lopes protagonista della prima mostra di Richard Saltoun a Roma

La programmazione del nuovo spazio inizierà con una personale dedicata a Bertina Lopes, artista italo-mozambicana scomparsa nel 2012 e considerata pioniera della pittura africana contemporanea, con i suoi lavori diventati simbolo dell’attivismo politico e della critica sociale dell’arte nera. Nata nel 1924, in Mozambico, a Maputo, che allora si chiamava Lourenço Marques, Lopes ha completato i suoi studi artistici a Lisbona, per tornare nella sua città di origine come insegnante nel 1953. I suoi rapporti con poeti, scrittori e attivisti politici connazionali sono stati fondamentali per formare le sue convinzioni antifasciste e anticoloniali. Lopes fu quindi costretta a lasciare il Mozambico nel 1961, tornando a Lisbona per continuare il suo lavoro artistico. Perseguita dalla PIDE, la Polizia Portoghese Internazionale e di Difesa dello Stato, fuggì dal Portogallo, arrivando a Roma nel 1963, grazie a una borsa di studio della Fondazione Gulbenkian di Lisbona.

Bertina LOPES, Grido grande [Big cry], 1970
Sebbene non sia stato facile per un’artista africana in Italia ottenere un riconoscimento artistico, Lopes ha ricoperto un ruolo fondamentale per la scena culturale della Capitale, lavorando in questo settore per l’Ambasciata del suo Paese. Il suo appartamento sul tetto era famoso per le cene organizzate con il marito Francesco Confaloni, un salone per diplomatici, giornalisti e intellettuali africani ed europei. Ha stretto amicizia con molti dei protagonisti della scena artistica italiana, tra cui Marino Marini, Renato Guttuso, Carlo Levi e Antonio Scordia oltre a critici e direttori di musei.

Lopes ha rappresentato il Mozambico in numerose mostre in tutto il mondo, tra cui due volte alla Biennale di Venezia, e ha ricevuto premi e menzioni per i suoi sforzi nella promozione dell’arte e della pace.  Il suo lavoro pionieristico è stato oggetto di due mostre alla Fondazione Gulbenkian di Lisbona negli anni ’70, e di due importanti retrospettive a Roma a Palazzo Venezia, nel 1986, e Palazzo della Cancelleria Apostolica, nel 2002.

In occasione del decimo anniversario della morte dell’artista, la mostra alla Richard Saltoun Gallery celebra i suoi 70 anni di carriera riunendo un’importante selezione storica dei dipinti di Lopes. Questi includono Grido grande (1970) e In memoriam de Picasso (1974). Quest’ultima è una delle opere su tela più importanti e intense di Lopes, un omaggio alla morte di Picasso, che aveva conosciuto negli ultimi giorni della sua vita e considerato il “genio del ‘900”. L’Archivio Bertina Lopes ha svolto un ruolo fondamentale nella realizzazione di questa mostra, che segna l’esordio della collaborazione della galleria con la Lopes Estate e la prima rappresentazione commerciale internazionale dell’artista. L’Archivio Bertina Lopes è stato fondato dopo la morte dell’artista nel 2012 per preservare la sua eredità e la sua casa/studio.

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