Le Gallerie dell’Accademia di Venezia annunciano l’apertura di un nuovo fondo dedicato all’arte contemporanea con la notizia di una donazione: il disegno Senza titolo – studio da Francesco Pianta di Georg Baselitz. Si tratta a tutti gli effetti di un ritorno, visto che l’opera era stata esposta per la prima volta in occasione della grande retrospettiva del 2019 dedicata all’artista tedesco, “Baselitz – Academy”, concepita per le Gallerie dell’Accademia e curata da Kosme de Barañano, che ce ne parlava in questa nostra intervista.
La donazione testimonia il forte legame di Baselitz con l’antica Istituzione e la città lagunare e si inserisce in una prospettiva ad ampio respiro. L’acquisizione del disegno rappresenta, infatti, la volontà di dare vita a un fondo di opere d’arte contemporanea che, oltre a implementare la collezione di disegni novecenteschi del Museo, vuole mettere in relazione il lavoro di importanti artisti contemporanei con la collezione permanente.
L’opera di Baselitz entrerà a far parte del Gabinetto di Disegni e Stampe delle Gallerie dell’Accademia, una delle più prestigiose raccolte di grafica conservata in una collezione pubblica italiana, ricca di 2697 disegni antichi e 1040 stampe e comprendente il ben noto nucleo di lavori di Leonardo da Vinci oltre che capolavori di Raffaello, Michelangelo, Dürer, Tintoretto, Piazzetta, Canaletto e molti altri importanti artisti.
«La scelta di aprire le porte delle Gallerie al contemporaneo e lasciarne traccia attraverso uno specifico fondo dedicato in particolare agli artisti che sono stati e che verranno ospitati dalla nostra Istituzione, si ricollega alle origini del Museo: quando furono fondate circa due secoli fa le Gallerie, animate dallo straordinario dinamismo culturale di Leopoldo Cicognara e Antonio Canova, già miravano a valorizzare la produzione artistica coeva accanto ai capolavori antichi», ha commentato Giulio Manieri Elia, Direttore del Museo.
Il disegno di Baselitz è stato eseguito nel 1965 a Firenze, nel corso del primo soggiorno in Italia dell’artista, svoltosi per sei mesi presso Villa Romana a Firenze. In questi mesi di cruciale importanza sarebbero nati i primi studi per la fondamentale serie degli Helden (Gli Eroi) ma, prima di conferire una significativa svolta al suo stile, Baselitz aveva realizzato disegni che ancora riflettevano i modi delle opere dei primi anni Sessanta, create sotto l’influsso di Antonin Artaud e nel periodo dei Manifesti Pandemonici (Pandämonische Manifeste).
Il foglio fa parte della serie realizzata d’après gli intagli lignei eseguiti da Francesco Pianta per la Sala Capitolare della Scuola Grande di San Rocco a Venezia tra il 1657 e il 1676. Baselitz non visitò la città lagunare e non vide gli originali di Pianta, ma creò i suoi disegni sulla scorta del volume di Enrico Lacchin (Di Francesco Pianta junior. Bizzarro e capriccioso scultore in legno del barocco veneziano e dei suoi “geroglifici nella Scuola di San Rocco, Venezia, Libreria Emiliana Editrice, 1930), scovato a Firenze da un antiquario e ancora oggi presente nella sua biblioteca.
Non si tratta di semplici copie ma di libere reinterpretazioni, a proposito delle quali Kosme de Barañano ha scritto: «I disegni che Baselitz realizzò a partire da Pianta nel 1965 sono molto più opere creative e intellettuali che semplici copie. […] Baselitz visualizzava le immagini di Pianta e le trasformava in ritmo. Andò oltre la semplice copia o parafrasi, trasfigurandole in melodiche e spesso astratte curve di inchiostro che evocano quelle mute figure intagliate, nonostante non conservino più alcuna somiglianza con esse».
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