Quelli di Kelly Akashi sono sdoppiamenti, giochi di specchi,riflessi e riflessioni. Secondo una pratica che denota una particolare attenzione nei confronti della forma, dei materiali e del processo, l’artista insiste sul concetto di tempo, memoria e tradizione. Stratificazioni e intrecci di conoscenze e temporalità diverse consentono a Akashi di muoversi liberamente tra concetto e materia, riflettendo attorno tematiche universali come l’entropia e la transitorietà del corpo umano.
Prima mostra personale dedicata all’artista da un’istituzione italiana, Kelly Akashi. Converging Figures è il sesto appuntamento del programma Furla Series, nato dalla collaborazione tra Fondazione Furla e GAM – Galleria d’Arte Moderna di Milano. La mostra – a cura di Bruna Roccasalva, direttrice artistica di Fondazione Furla – esplora il concetto e il fenomeno della riflessione, approfondito dall’artista attraverso tecniche e materiali eterogenei. Vetro, cera, bronzo e acciaio vengono modellati da Akashi così da creare nuove forme che ricordano elementi naturali quali conchiglie, piante, fiori. Il corpo stesso dell’artista gioca un ruolo fondamentale perché,riprodotto in più forme e in diversi periodi temporali, testimonia i cambiamenti fisici e l’inesorabile scorrere del tempo.
Il titolo della mostra Converging Figures – preso in prestito da un’opera omonima dell’artista realizzata nel 2019 – sottolineal’interesse di Akashi nei confronti delle corrispondenze e delle combinazioni tra tempi, oggetti e materiali diversi. Il suo lavoro spesso restituisce sculture frutto di accostamenti e stratificazioni di elementi naturali e artificiali, organici e inorganici, positivi e negativi. Il percorso espositivo si snoda attraverso le sale della collezione permanente della GAM, dando vita a un dialogo costante tra moderno e contemporaneo. Le opere, quasi tutte nuove produzioni, si inseriscono silenziosamente nel contesto che le ospita integrandosi e riflettendo l’ambiente circostante. Alcune composizioni presentano un impianto simile all’arredo domestico:tavoli, librerie e mensole ospitano forme simili a ampolle di vetro soffiato, sfere di marmo, dita di bronzo e candele. Queste, simboli particolarmente ricorrenti nella pratica di Akashi, rappresentano il percorso di crescita dell’artista, segnando il passaggio tecnico dalla fotografia alla scultura. È grazie alla fabbricazione di candele, imparata secondo gli insegnamenti della madre, che l’artista intuisce come la cera e in generale la scultura sia in grado di catturare un istante in modo efficace tanto quanto l’obiettivo fotografico. Le candele ricoprono un ruolo fondamentale per la comprensione della pratica di Akashi dal momento che racchiudono in sé la capacità di rappresentare uno stato di continua metamorfosi e di testimoniare un momento di passaggio della materia.
L’impianto espositivo trova una propria conclusione con MirrorComplex (Villa Reale) (2024), opera scultorea composta da un sistema di meccanismi di riflessione che compongono un vero e proprio cabinet in legno di ciliegio sul quale sono stati disposti una serie di oggetti-specchio. All’interno dell’installazione sono presenti anche alcune fotografie scattate dall’artista all’interno di Villa Reale. Akashi trasforma in superficie riflettente l’immagine fotografica, attraverso uno speciale processo di stampa, insistendo ancora una volta sul concetto di tempo e sull’intreccio tra dimensione reale e virtuale, tra singolo istante e eternità.
La mostra, visitabile fino all’8 dicembre, è il frutto di una partnership iniziata nel 2021 tra Fondazione Furla e GAM con lo scopo di promuovere progetti espositivi che offrono una possibilità di dialogo tra i maestri del passato e l’arte contemporanea. Dal 2017 Furla Series realizza mostre con importanti istituzioni italiane al fine di creare un programma al femminile volto alla valorizzazione del contributo di artiste contemporanee.
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