Centre Pompidou-Metz
Nel maggio 2025, il Centre Pompidou-Metz festeggerà il suo 15mo anniversario e per celebrare l’occasione ha presentato un ricco programma di appuntamenti, tra cui una grande mostra che vedrà Maurizio Cattelan nella poco usuale veste di curatore. Un abito inedito ma non troppo, visto che proprio al museo francese Cattelan aveva già co-curato la mostra di Arcimboldo. Intitolata Sunday, la nuova esposizione si diffonderà attraverso tutti gli spazi dell’iconico museo di Metz, progettato dall’archistar Shigeru Ban e tra i siti culturali più visitati in Francia. Il percorso si dipanerà dalle sale interne ai tetti, fino agli anfratti più piccoli e nascosti, scandito da una selezione di opere di cui una nutrita parte sarà rappresentata da pezzi della collezione del Centre Pompidou di Parigi che, come ormai noto, rimarrà chiuso per qualche anno a causa di improrogabili lavori di restauro.
Già in altre occasioni la sede di Metz aveva ospitato opere della sua sorella maggiore parigina ma in questo caso la scelta è andata su lavori raramente esposti e chicche da scoprire. E considerando la caratura del curatore, ci sarà molto da vedere. Tra i pezzi già confermati, la parete dello studio di André Breton e il tavolo da scacchi di Marcel Duchamp, recentemente entrato a far parte della collezione del Pompidou.
Come spesso capita, Cattelan è partito da un elemento quotidiano e “insospettabile”, ampliandone la portata: la domenica. A ragionare intorno a questo tema, l’artista ha riunito varie figure, come Philippe-Alain Michaud e Chiara Parisi, rispettivamente curatore del Pompidou di Parigi e direttrice del Pompidou-Metz, insieme a Sophie Bernal, Elia Biezunski, Anne Horvath, Laureen Picaut e Zoe Stillpass, con la collaborazione di Marta Papini. E dunque, la domenica – Sunday – è diventata la chiave per aprire il dibattito intorno ad argomenti quali la successione tra tempo libero e tempo del lavoro, la divisione tra spazi pubblici e privai, la spiritualità, la luce.
La mostra sarà quindi suddivisa in 27 sezioni organizzate in ordine alfabetico e ognuna intitolata con una frase idiomatica, per esempio la Q di “Quand nous cesserons de comprendre le monde”, “Quando smettiamo di capire il mondo”. La 27ma sezione sarà intitolata a una nuova lettera, inventata appositamente per la mostra. Le detenute del carcere femminile della Giudecca di Venezia – che ha ospitato il Padiglione del Vaticano all’ultima Biennale d’Arte passato agli onori delle cronache, tra i cui autori figurava anche lo stesso Cattelan – scriveranno dei testi ispirati a questi 27 titoli.
La selezione di dipinti, sculture, installazioni e film dalla collezione del Centre Pompidou dialogherà quindi con varie opere di Maurizio Cattelan, a partire dai suoi primi lavori. In particolare, ritroveremo Stadium, il calcio balilla fuori scala, e Felix, il gattone “ridotto all’osso”, fino alle sue creazioni più recenti, come la famigerata Comedian, la banana battuta all’asta da Sotheby’s New York per 6,2 milioni di dollari in criptovaluta. E come se non bastasse, saranno esposti anche manoscritti e libri rari dai Musei vaticani, per esprimere la suggestione esercitata dalle antiche fonti mitiche verso l’arte moderna e contemporanea. La mostra sarà progettata dallo studio fiorentino Archivio Personale e sarà punteggiata da installazioni di grandi dimensioni, solitamente esposte in modo permanente a Parigi, come Plight, l’ambiente insonorizzato di Joseph Beuys.
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