Un nuovo spazio dedicato all’arte, diffuso in una sede insolita. Con la mostra Chambres, l’Hotel mH Florence & Spa, in pieno centro di Firenze, si apre alle contaminazioni dei linguaggi contemporanei: in esposizione, allestite nei ambienti interni ed esterni, opere eterogenee, tra scultura, pittura, performance, fotografia, video, installazione, realizzate da Anna Dormio, Lori Lako, Matteo Coluccia, Ma× Mondini, Mohsen Baghernejad Moghanjooghi e Stefano Giuri. Fortemente voluta da Irene Vezzosi, direttrice dell’hotel mH Florence & Spa, e curata da Pantani-Surace e Paolo Parisi, l’iniziativa vuole dare anche un’occasione espositiva ad artiste e artisti, e× allievi delle Accademie di Belle Arti italiane, che hanno terminato il loro percorso di formazione e che stanno già distinguendosi internazionalmente per la qualità della loro ricerca. Il progetto si rinnoverà di anno in anno con lavori e protagonisti diversi.
«Firenze è un luogo deputato da sempre all’arte e alla cultura», ha spiegato Irene Vezzosi. «Il nostro desiderio, con questo progetto, è quello di creare un continuum fra l’atmosfera che il turista vive, visitando la città, e quella che respira rientrando in hotel. L’incontro con gli artisti Pantani-Surace e Paolo Parisi ne ha reso possibile la realizzazione. L’idea è stata dettata dalla volontà di creare uno spazio dedicato alla bellezza e all’espressione di idee, destinato all’esposizione di artisti e artiste emergenti; uno spazio dove la sobrietà dei nostri ambienti si coniugasse alla creatività dell’arte. Le opere scelte raccontano una realtà in continua evoluzione, rispecchiando proprio le tendenze artistiche dei giovani. L’ambizione è quella di rendere l’hotel un luogo di eventi artistici e mondani aperto sia alla città che al turista di passaggio».
Le opere delle artiste e artisti saranno dunque fruite dagli ospiti di passaggio, provenienti da diverse parti del mondo, attraversando uno spazio in continua trasformazione che cambierà a seconda di chi lo abita in quel momento. I lavori, realizzati appositamente per Chambres, riflettono questa condizione di movimento, di identità differenti, di situazioni quotidiane fatte di gesti, di casualità, di esperienze sociali e di costume, tutti elementi che vivono costantemente in una realtà come quella di un hotel.
«L’hotel non è uno dei luoghi nei quali ci si reca appositamente per cercare l’arte, come i musei o le gallerie private, ma che si frequentano per necessità o per svago», hanno sottolineato i curatori. «Memori delle esperienze in questa direzione, accadute nello specifico campo dell’arte tra gli anni ’80 e ’90 del secolo scorso, crediamo che oggi a maggior ragione, in un contesto socio economico che per molti versi ha dimostrato i suoi limiti e che ci obbliga a riflettere su nuove modalità, di relazione tra noi e di esistenza dell’arte, l’incontro tra questo sguardo innocente e le opere d’arte delle nuove generazioni possa essere di nutrimento reciproco, praticando modalità di allargamento inclusivo del campo d’azione/condivisione dei linguaggi dell’arte. Il progetto si propone in futuro di indagare anche i territori più prossimi alla formazione, mischiando percorsi e curricula dei partecipanti».
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