Roy Lichtenstein e la storia della Pop Art: la mostra a Desenzano

di - 6 Maggio 2023

Iconiche, colorate, distintive, riconoscibili, le sue opere sono un viaggio nella profondità dell’immagine e della società che le ha prodotte. Fumetti, pubblicità, personaggi della Walt Disney, piloti dell’aeronautica militare e poi oggetti ingranditi, balloon ed esplosioni, profili tagliati dalla cornice della rappresentazione. Per raccontare il secondo Novecento in maniera efficace, precisa e anche suggestiva e seducente, impossibile non chiamare in causa Roy Lichtenstein, protagonista indiscusso dell’arte contemporanea, originalissimo interprete della Pop Art. A lui, in occasione del centenario della nascita, avvenuta il 27 ottobre 1923, e alla sua ricerca ancora oggi vivida, è dedicata la mostra “The Sixties and the history of international Pop art”, in esposizione a Desenzano del Garda. Organizzata dall’Assessorato alla Cultura e prodotta da MV Eventi, a cura di Matteo Vanzan, la mostra sarà ospitata al Castello fino al 16 luglio 2023 e presenterà 60 opere di Roy Lichtenstein, in dialogo con alcuni dei principali protagonisti del rinnovamento artistico degli anni Sessanta.

«La cultura Pop torna a riempire coi suoi colori e i suoi valori le mura del nostro castello Medievale andando a valorizzarlo ancora una volta: le opere di Roy Lichtenstein rappresentano un salto nel passato degli anni Sessanta che ci proietta all’interno della storia internazionale della Pop Art», ha affermato l’Assessore alla Cultura Pietro Avanzi.

Protagonista, assieme ad Andy Warhol, del ritorno alla figurazione negli anni Sessanta dopo la stagione Informale, le opere Roy Lichtenstein si rifanno ad un immaginario collettivo e condiviso, nel quale l’autore sembra scomparire – e paradossalmente prendere voce – rispondendo alla necessità di spersonalizzare l’opera d’arte dai sui più intimi significati non essendo, come dichiarò lui stesso, «Interessato a divulgare tematiche che insegnino qualcosa alla gente, o che cerchino, in qualche modo, di migliorare la società».

«Il percorso espositivo è strutturato per offrire una panoramica sull’opera di Lichtenstein e della sua celebre tecnica pittorica che, in linea con le ricerche warholiane, mira ad associare la creazione artistica a un vero e proprio prodotto industriale partendo però sempre dal disegno, di cui abbiamo un esemplare esposto in mostra», ha spiegato il curatore della mostra Matteo Vanzan. «La tecnica dei punti Ben Day, il cui nome deriva dall’illustratore e stampatore del XIX secolo Benjamin Henry Day che li ha introdotti per la prima volta, ha portato Lichtenstein ad una riconoscibilità immediata all’interno del sistema dell’arte contemporanea facendolo diventare uno degli artisti più amati del secondo Novecento».

In mostra, alcuni dei suoi lavori più conosciuti come Crack! del 1963 usato come manifesto pubblicitario per annunciare la mostra di Lichtenstein alla Leo Castelli Gallery, e poi As I open fire del 1967, Drowing Girl del 1987 edito dal MoMA di New York e tratto dal racconto Run for Love! della DC Comic, oltre ai suoi celebri omaggi agli artisti del passato Pablo Picasso e Carlo Carrà con The red horsemen del 1975. Il programma della mostra prevede anche una serie di proiezioni di film e documentari, per espandere l’universo di quelgi anni mitici. «A completamento dell’esposizione abbiamo voluto rendere omaggio ad alcune delle personalità più importanti dell’arte degli anni Sessanta come il vincitore del Gran Premio della Biennale di Venezia del 1964 Robert Rauschenberg, Andy Warhol, l’inglese Joe Tilson, Jim Dine oltre ad una parentesi dovuta sia al Nouveau Réalisme con Arman, Yves Klein e Mimmo Rotella», ha concluso Vanzan.

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