Brescia, Teatro Borsoni, Ex-stasis (Tuttofuoco, 2025)
«Quest’opera è un abbraccio. Un abbraccio che però non deve soffocare». È questa la metafora efficace utilizzata da Patrick Tuttofuoco per descrivere l’opera da poco inaugurata in via Milano, una zona in rapido cambiamento urbano e sociale situata nella parte ovest di Brescia. L’installazione, concepita come agente attivo e aggregante posto nello spazio pubblico, è la vincitrice della call Life Art al Teatro Borsoni. Energia creativa per Brescia. La tua città europea, indetta dal Centro Teatrale Bresciano (CTB) con il Comune, il sostegno di A2A e curata dalla storica dell’arte Valentina Ciarallo. Ex-stasis – questo il titolo – è un giano bifronte, specchio e riparo, una struttura convessa, un elemento centrifugo e centripeto con cui il pubblico è chiamato a entrare in relazione. Realizzata in acciaio, la scultura si distingue infatti per due grandi ali che ne definiscono la forma: la vivace superficie esterna, sfumata nei colori fucsia, rosa, viola, blu e verde, differisce da quella interna, specchiante e magnetica nei confronti del contesto circostante.
Ex-stasis si riferisce quindi alla condizione dell’estasi, della meditazione spirituale, ma anche alla “stasi” offerta alla cittadinanza: le travi a T che partono dal centro, infatti, oltre a rievocare il passato industriale che caratterizza questa zona della città, offrono la possibilità di sedersi, sostare, ma anche incontrarsi, diventare un punto di riferimento e landmark urbano. In un momento in cui l’erosione di spazio pubblico, soprattutto nelle città, è tema di acceso e urgente dibattito, l’opera di Tuttofuoco ribalta il paradigma del “monumento”, mettendosi a servizio dei bisogni comunitari. «È responsabilità dell’artista comprendere e relazionarsi con il territorio quando si parla di arte pubblica. Credo sia un esercizio straordinario, necessario per riuscire a capire quali siano gli elementi distintivi che esprimano un messaggio chiaro», afferma Patrick Tuttofuoco raccontando la propria esperienza. «La verità è che essere semplici è molto complesso, quando l’obiettivo è quello di aprirsi alla comunità. C’è bisogno di energia culturale ovunque, ma ci sono delle zone che ne hanno urgenza. È quello che ho percepito da subito, venendo a fare i sopralluoghi. Non sempre le opere pubbliche devono avere una funzione, ma in questo caso per me era importante donare alla collettività una seduta di gruppo. Dietro a questo atto si cela la volontà di rottura del paradigma del vivere: oggi predomina la velocità, ma abbiamo bisogno anche di momenti in cui fermarci. L’arte può avere questa capacità: andare a cercare questi strappi, trovare il modo di lenirli e affrontarli».
Patrick Tuttofuoco aveva già operato a Brescia realizzando l’installazione Minerva Gothica, tutt’ora visitabile alla stazione della metro di San Faustino. L’artista, nato nel 1974 a Milano, è noto infatti per una pratica che spesso si relaziona con lo spazio pubblico, impiegando tecnologie e materiali industriali e dando loro una connotazione di superficie sensibile ed emotiva, non di rado connessa a temi quali la famiglia, i legami affettivi e la memoria dei luoghi. Con Ex-stasis, l’artista segna un passo avanti nella sperimentazione della sua pratica: abbandonando la leggerezza formale e figurativa del neon, ha deciso di utilizzare le risorse e le opportunità offerte dal concorso per dar vita a una scultura più solida e calata nella città. La sua installazione ridefinisce inoltre uno spazio già segnato da recenti interventi significativi: l’opera sorge infatti a fianco del Teatro Renato Borsoni, firmato dall’architetto Camillo Botticini e inaugurato a settembre 2024. Un investimento promosso dal Comune di Brescia che ha risposto alla sfida di arricchire il proprio tessuto culturale di un nuovo teatro, ponendolo al di fuori del centro storico, rendendolo simbolo della rinascita di via Milano e dando impulso alla bonifica dell’ex area Caffaro. «Il teatro è luogo di ascolto, dialogo e trasformazione, Ex-stasis ne amplifica l’energia e il senso di appartenenza», ha commentato la curatrice Valentina Ciarallo. «Creare un’opera pubblica è un compito importante che si mette a disposizione di un pubblico molto vasto. Abbiamo dato agli artisti l’imput di fare ricerca, provare e sperimentare. A loro si chiedeva di guardare a una linea potente di un nuovo teatro, confrontarsi con via Milano, una parte della città multiculturale. Ex-stasi ci ha conquistato e vogliamo che entri a pieno titolo nella vita pubblica».
Tra arti applicate e astrazione: in mostra a Palazzo Citterio fino al 7 gennaio 2026, il percorso anticonvenzionale di una…
A Bari, la prima edizione del festival Spazi di Transizione: promossa dall’Accademia di Belle Arti, la manifestazione ripensa il litorale come spazio…
Il mitico direttore Daniel Barenboim torna sul podio alla Berliner Philharmoniker e alla Scala di Milano, a 83 anni: due…
In mostra da Mondoromulo, dinamica galleria d’arte in provincia di Benevento, due progetti fotografici di Alessandro Trapezio che ribaltano lo…
La Pinacoteca Civica Francesco Podesti di Ancona riapre al pubblico dopo due anni di chiusura, con un nuovo allestimento delle…
Tra intelligenza artificiale, installazioni monumentali e video immersivi, i settori "Zero 10" e "Meridians" mostrano come la fiera di Miami…