Mariam Natroshvili e Detu Jincharadze, I pity the garden, 2022, installation view. Courtesy degli artisti. Foto: Francesco Allegretto
Untitled Association lancia un’edizione speciale di Venezia Art to Date, in occasione della 59ma Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia. Ogni giorno, una serie di itinerari per suggerire progetti e iniziative da non perdere, a professionisti del settore, appassionati d’arte o semplici curiosi, tra mostre nel circuito off, eventi collaterali, Padiglioni esterni ai Giardini e all’Arsenale, spazi indipendenti, gallerie private.
Nel giorno dell’apertura al pubblico della Biennale rivolgiamo la nostra attenzione a una selezione di padiglioni nazionali situati all’esterno delle aree di riferimento “istituzionale” dei Giardini e dell’Arsenale. L’itinerario odierno ci porterà per l’appunto sull’Isola della Giudecca, per una visita a ben tre padiglioni, per finire con il progetto speciale di Subodh Gupta al Cipriani.
Approdati sull’isola (da Piazzale Roma: Vaporetto n. 4.1) cominciamo la visita, partendo da Spazio Punch in Fondamenta San Biagio, che ospita il Padiglione Nazionale della Georgia con l’installazione I pity the garden (Mi fa pena il giardino) degli artisti Mariam Natroshvili e Debut Jincharadze. Nel padiglione troviamo un’opera poetica che restituisce un ambiente traumatizzato, avulso dalla realtà oggettiva. Gli spettatori sono invitati a muoversi tra sequenze visive interattive e autogenerate di un puzzle non lineare all’interno di un’esperienza in realtà virtuale che funge da centro nevralgico dell’installazione, costituita da luoghi reali e ambienti frammentati, che illuminano l’universo scosso dall’operato umano. I pity the garden è un’opera che parla allo spettatore, lo immerge in un ambiente ipnotizzante, con la nuova lingua surreale dell’epoca tecnologica.
Accanto a Spazio Punch troviamo SPUMA Space for the Arts, spazio espositivo che funge da sede per il Padiglione Nazionale del Guatemala con l’opera unica Inclusion (Inclusione) dell’artista Christian Escobar (Chrispapita). L’opera – 7 metri di larghezza per 2,8 metri di altezza – è un dipinto acrilico su tela, che, attraverso la tecnica dell’iperrealismo, vuole mostrare “l’ingranaggio umano e inclusivo come motore del cambiamento e del progresso in Guatemala”. Omaggio agli artisti dell’età d’oro dei murales latinoamericani e ai grandi maestri italiani del barocco, l’artista determina, attraverso questa testimonianza, la grande influenza dell’arte italiana sulla cultura guatemalteca. Inclusion propone un invito ad accettare le differenze tra gli esseri umani e a rispettarle, con giustizia ed equità , considerando che ogni individuo nella sua unicità è parte della società .
Da Fondamenta San Biagio ci spostiamo a piedi lungo la riva del Canale della Giudecca per arrivare da GAD – Giudecca Art District, centro di produzione per le arti contemporanee e in questa occasione sede del Padiglione Nazionale del Kyrgizstan, alla sua prima partecipazione ufficiale come nazione alla Biennale di Venezia, con la mostra Gates of Turan, di Firouz Farman Farmaian, a cura di Janet Rady.
L’artista presenta un’installazione multisensoriale frutto di ben otto mesi di ricerca e lavoro insieme alla Altyn Kol Women Handicraft Cooperative, nella quale dieci Shirdak – dei tappeti tipici dell’Asia Centrale – cuciti a mano rappresentano i simboli delle realtà nomadiche dell’antica regione asiatica del Turan. Attraverso l’installazione, arricchita da manipolazioni luminose, cromatiche e sonore, l’artista genera degli scenari destrutturati per animare lo spirito della cultura nomadica del Turan e del suo ruolo all’interno della società post-tribale e iperconnessa di oggi.
Usciti dal padiglione, proseguiamo lungo l’isola per arrivare al Cipriani, A Belmond Hotel, sede della nostra ultima tappa per la giornata di oggi. Nel giardino del lussuoso albergo veneziano troviamo Cooking the World, installazione monumentale dell’artista indiano Subodh Gupta e parte di MITICO, progetto artistico in quattro tappe concepito da Belmond insieme a Galleria Continua, in collaborazione con Hervé Mikaeloff, curatore.
L’intervento di Gupta, nello specifico, consiste in una grande casa formata da migliaia di pentole, padelle e utensili, con all’interno una cucina completamente funzionante, come riflessione sul senso di legame familiare e di intimità nella condivisione. All’interno di questa cucina, l’artista e il suo team prepareranno da mangiare per i visitatori in una performance culinaria che durerà per tutta la settimana inaugurale della Biennale, accessibile tramite prenotazione.
Spazio Punch
Fondamenta San Biagio, 800/O
Giudecca
info@spaziopunch.com
spaziopunch.com
59. Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia
Partecipazione Nazionale
Georgia: I pity the garden
Mariam Natroshvili, Debut Jincharadze, a cura di In-between Conditions
23.04 > 27.11.2022
SPUMA Space for the Arts
Fondamenta San Biagio, 800/R
Giudecca
info@veniceartfactory.org
guatemalapavilion.com
59. Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia
Partecipazione Nazionale
Guatemala: Inclusion
Christian Escobar
23.04 > 27.11.2022
GAD – Giudecca Art District
Hydro Space
Giudecca, 211/C
info@giudecca-art-district.com
59. Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia
Partecipazione Nazionale
Kyrgyzstan: Gates of Turan
Firouz Farman Farmaian, a cura di Janet Rady
23.04 > 27.11.2022
Cipriani, A Belmond Hotel
Giudecca, 10
belmond.com
galleriacontinua.com
in collaborazione con Galleria Continua
Cooking the World
Subodh Gupta, a cura di Hervé Mikaeloff
23.04 > 19.11.2022
performance accessibile tramite prenotazione a questo link
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