Daniel González, Mi Casa Tu Casa, 2018 Manifesta 12 Palermo evento collaterale una produzione Mondello Italo Belga e Fondazione Volume! installazione site-specific, architettura effimera foto Andrea Trimarchi, courtesy Studio Daniel González
Triennale di Milano, XXII Esposizione Internazionale, Broken Nature, dal 1 marzo al 1 settembre 2019: si comunica ai visitatori che il Padiglione Haiti KayCasaMaisonHome è definitivamente chiuso.
ArtVerona, ingresso: dal giorno 11 al giorno 13 ottobre 2019 si comunica ai visitatori che l’opera Mi Casa Tu Casa – Reversal House di Daniel Gonzàlez tornerà a essere visibile.
Questa la breve ma significativa storia di una censura, passata quasi sotto silenzio – noi ne scrivevamo qui – abbattutasi su un’opera d’arte, Mi Casa Tu Casa – Reversal House, di Daniel Gonzàlez, appositamente sviluppata per rappresentare il Padiglione Haiti con la cura di Mariano Pichler, la collaborazione degli autori Stefano Guindani e Chiara Luzzana e grazie alla Fondazione Francesca Rava – NPH Italia Onlus. Ed è la storia di un padiglione sgradito che mal rappresenta un Paese, di contatti diplomatici serrati e dell’obbligo finale, a pochi giorni dall’apertura della manifestazione internazionale, di oscurarne la vista.
In occasione dell’opportunità di ri-vedere, anzi, di attraversare a Verona l’opera di Daniel Gonzàlez (un’architettura effimera di 250 x 350 x 350 cm) la cui ricerca e significato si dilatano ben oltre la condizione di una nazione, Exibart – accanto a due immagini – lascia la parola all’artista e al documento pubblicato dalla Triennale a seguito dei rapporti tra la Farnesina e il Governo Haitiano.
«La casa è uno spazio dove scopriamo e sviluppiamo il quotidiano della nostra esistenza. Il luogo delle prime volte, dei primi sapori, dei primi passi, sguardi, emozioni, pensieri e rabbia; qui abitano i nostri bisogni primordiali, fisici e spirituali, che danno forma ai nostri valori e ai nostri sogni.
Mi Casa Tu Casa, Reversal House, nasce da questa domanda. Un dilemma che mi ha inseguito da quando ha lasciato il mio paese d’origine, l’Argentina. Durante la mia partenza, nel tentativo di portare con me tutto quanto mi era più caro – dai libri, alle foto, dai cd agli oggetti legati ai miei ricordi più intimi – i miei effetti personali gareggiavano per accaparrarsi lo spazio dentro le valigie, per sostituirsi alla mia casa che stavo lasciando. Ma ciò che era veramente importante non erano gli oggetti. Era la memoria. Passare da una cultura a un’altra significa conoscere nuovi stili di vita, nuovi punti di vista sugli stessi valori che hanno formato la persona che sei diventato. Valori da integrare con quelli che già porti con te. Emigrare è questo: il desiderio d’imparare ogni giorno e consolidare i ricordi delle nostre origini, perché col tempo la memoria diventa fallace.
I dubbi ti assalgono, e un the al limone preparato dalla mamma quando eri raffreddato, col tempo, credi che fosse al miele, e così ti si ritrovi ad avere mille passati e un solo presente. E non è più un viaggio fisico ma un lungo viaggio interiore, dove il passato e il presente si congiungono con il desiderio di futuro.
Mi Casa Tu Casa – Reversal House, prende forma da queste esperienze. È una casa che raduna gli affetti, che vuole famiglia, che cerca indipendenza e libertà. Ma è anche una casa rovesciata dove gli oggetti e i mobili di tutti i giorni diventano i muri esterni, invitando a condividere le nostre differenze senza pudore».
Daniel Gonzàlez
«Si comunica ai visitatori che il Padiglione Haiti “KayCasaMaisonHome” è definitivamente chiuso.
Frutto delle relazioni diplomatiche attivate dal MAECI (Ministero degli Affari Esteri e Cooperazione Internazionale) secondo le procedure previste dal BIE (Bureau International des Expositions) e dell’impegno della Fondazione Francesca Rava-NPH Italia Onlus con la Rappresentanza di Haiti in Roma, il Padiglione è stato realizzato per dare voce a una natura madre e matrigna e, contemporaneamente, a modi di vita dettati dalla mancanza di risorse cui si affiancano progettualità sostenibili, in una convivenza paradossale ma vitalissima.
Giudicata dal Governo Haitiano offensiva per l’immagine che dà del Paese, l’installazione è stata delegittimata e, pertanto, si è dovuto provvedere a chiuderla al pubblico.
La Triennale, pur riconoscendone il valore artistico e giudicando il tenore dell’installazione coerente con il tema della sua XXII Esposizione Internazionale, si attiene alle disposizioni concordate in sede diplomatica.
Al contempo, desidera ringraziare per l’impegno profuso tutti i soggetti coinvolti nella sua progettazione e realizzazione».
XXII Triennale di Milano
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