Categorie: Arte moderna

L’attore di Picasso resta al Met di New York

di - 8 Luglio 2019
L’attore di Picasso resta al Metropolitan Museum of Art di New York. A decretarlo è la sentenza che indica che i discendenti hanno atteso troppo tempo per reclamare l’opera, rigettando di fatto il loro appello.
Il dipinto, databile tra il 1904 e il 1905, apparteneva a Paul Leffmann, l’industriale ebreo che per sfuggire dalla Germania nazista vendette il dipinto a una cifra di 12mila dollari.
A ottenerlo furono i mercanti d’arte Paul Rosenberg e Hugo Perls, nel 1938, mentre il dipinto passò poi nelle mani di Chrysler Foy, erede del fondatore della nota casa automobilistica.
Entrato in possesso del quadro nel 1952 come parte di una donazione, il Metropolitan Museum confermò nel 2011 che si trattava dell’opera appartenuta alla famiglia Leffmann, che un anno prima aveva proceduto legalmente alla richiesta di restituzione del dipinto.
I discendenti della famiglia sostengono che fu ceduto a un prezzo irrisorio, reclamando di fatto la restituzione della tela o un risarcimento equivalente al valore presunto della stessa.
Laurel Zukermann, pronipote di Leffmann, richiede più di 100milioni di dollari di danni per il dipinto. La famiglia afferma di essere stata costretta a privarsene a causa del pericolo nazista ma
già la sentenza del febbraio 2018 aveva dato torto alla famiglia, indicando che non vi era alcuna prova ad attestare che la famiglia fosse stata vittima di un’attività coercitiva. Il giudice Loretta Preska affermava che la transazione «Fu condotta tra privati, non per ordine dei governi fascisti o nazisti. Anche se Leffmann fosse stato sotto pressione economica in queste circostanze innegabilmente orribili, questa pressione, che non è stata esercitata dalle controparti in questa transazione, è insufficiente a dimostrare la natura forzata di questa vendita».
Lo scorso giugno, il giudice Robert Katzmann della Corte di appello del secondo circuito degli Stati Uniti di Manhattan ha stabilito che L’attore resterà al Metropolitan. Troppo tempo è trascorso: 72 anni da quando il dipinto è stato venduto, 58 da quando il dipinto è entrato a far parte della collezione del museo. Un portavoce del Met ha affermato: «Consideriamo tutte le richieste di restituzione del periodo nazista in modo completo e responsabile» e «dal momento che il capolavoro rimarrà nel museo sarà condiviso con il più vasto pubblico possibile». (Veronica Cimmino)

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