Mantova / Palazzo Te presentazione mostra su Carlo V, - Photo Nicola Saccani
Sono giorni difficili: mentre ci si chiede chi abbia dato all’attuale Ministro italiano del Turismo il diritto di “vendere la nazione”, oltretutto insieme alla Venere di Botticelli, un’istituzione come Palazzo Te fa il proprio lavoro seriamente, iniziando il 2023 con la chiusa della splendida utilissima mostra (e catalogo) Giulio Romano. La forza delle cose (a cura di Barbara Furlotti e Guido Rebecchini, con la collaborazione di Antonio Geremicca) e con un direttore, Stefano Baia Curioni, che già da tempo sostiene di avere a che fare non con «un prodotto da vendere, ma umanità da condividere», sapendo bene che «il rapporto con il patrimonio implica fatica, uno sforzo che va indotto, motivato, accompagnato».
Parole rare, perciò occupiamocene, della programmazione culturale del 2023 dedicata all’ “Europa delle città” – mostre, incontri, talks, webinar – un piano, dice il presidente della Fondazione Palazzo Te, Enrico Voceri, che come ogni anno intende «restituire ai cittadini e al territorio ciò che gli appartiene, con iniziative semmai non spettacolari ma sempre frutto di una continuativa ricerca scientifica»: cioè conoscenza, educazione, individuazione di modelli culturali. L’Europa delle città, un tema arduo e cogente, oggi più che mai, data la sempre più flebile voce dell’Europa nelle pressanti problematiche geopolitiche del pianeta. Ma, a fronte del silenzio inabile della politica, la cultura, capace com’è di trasformare l’esistente anche grazie alla comprensione del passato, è un potente strumento per dare vita «all’Europa che vorremmo avere», visione che affiora durante la presentazione di tutto il progetto.
Ecco quindi che il viaggio nella costruzione degli ideali e delle realtà della moderna società europea a partire dal Cinquecento inizia con un’indagine sul ruolo di Mantova, e con una prima mostra dal titolo L’Imperatore e il Duca. Carlo V a Mantova (a cura di Daniela Sogliani e Marsel Grosso, fino al 25 giugno 2023), storia memorabile dell’arrivo in città nel 1530 e 1532, in un momento di cruciale trasformazione degli equilibri geopolitici europei, dell’imperatore Carlo V, sontuosamente accolto da Federico Gonzaga con la strepitosa regia scenografica di Giulio Romano (nel 1530 subito dopo l’incoronazione in San Petronio a Bologna per mano di Clemente VII).
L’analisi filologica che la imposta, con preziosi documenti d’archivio analizzati da Daniela Sogliani, e la connotazione di tessera di un progetto più ampio che la comprende, rende preziosa questa piccola significativa esposizione, culminante nel Ritratto dell’imperatore Carlo V con il cane, eseguito nel 1532 da Jakob Seisenegger, analizzato da Marsel Grosso anche in relazione al celebre dipinto con lo stesso soggetto dipinto da Tiziano Vecellio nel 1533 (il catalogo della mostra è edito da Skira). In attesa della grande mostra Lo sguardo di Rubens su Palazzo Te. Pittura, trasformazione e libertà (a cura di Raffaella Morselli), che si inaugurerà il 7 ottobre, varie occasioni di approfondimento in presenza e on line per un’Europa della cultura animano Palazzo Te, luogo meraviglioso di potere e di saper vivere, oggi bene comune, produttore di ricerca, restituzione, impegno nel decifrare il passato per rendere migliore il nostro presente.
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