Aielli, piccolo borgo medievale della provincia dell’Aquila in Abruzzo, accoglie la seconda edizione del festival Borgo Universo, nato nel 2017 come rassegna culturale a cura di Alleg e trasformatosi nel 2019 sotto la direzione artistica di Palomart unendo alla street art anche performance, musica e astronomia. Tra gli artisti ospitati fino a ora, spiccano i nomi di Okuda San Miguel, Ericailcane, Gio Pistone, Luca Zamoc, Marina Capdevila, Agostino Iacurci, Millo. Riccardo Matlakas, insieme al suo murales The spaceship e ATM n.7, ha arricchito la programmazione di Borgo Universo con una performance, simbolo fondamentale della sua pratica artistica. In particolare, al Festival ha presentato Human Typer oltre a Pro-Occupation.
Pro-Occupation nasce come riflessione intorno al territorio palestinese e alla sofferenza che affligge il suo popolo, da sempre espropriato di qualsiasi diritto e del legame fondamentale che lega ogni essere umano alla vita: la propria terra. L’idea di questo progetto ha inizio nel 2015 quando Matlakas intraprese un viaggio in Palestina per una residenza artistica i cui lavori sono stati esposti al museo della Palestina a Cape Town. Lì ha iniziato a riflettere su come poter partecipare in modo utile e simbolico al dolore di quel Paese così da esprimere solidarietà con il popolo palestinese grazie anche a un confronto con l’antropogeografo e diplomatico Anis Daraghma.
Durante la sua residenza, quindi, oltre a conoscere tutte le linee di confine e a un confronto con le persone locali per approfondire la situazione, ha trasformato il muro dell’apartheid realizzando un murales e, per le strade della città, ha proposto la performance Sweet Thorn: ricoperto di cento metri di filo spinato in cui erano incastonate cento rose rosse, Matlakas ha camminato per le strade della città a petto nudo, gonfiando dei palloncini bianchi su cui trascriveva parole che esprimono qualcosa del mondo attuale che l’artista desidera trasformare. Lentamente ha cercato poi di liberarsi dal filo spinato, tagliandolo a piccoli pezzi e usandoli come steli di un fiore i cui petali sono formati dai frammenti dei palloncini. A coppie, la rosa vera e quella simbolica, venivano distribuite al pubblico.
Successivamente alla sua permanenza in Palestina, l’artista ha continuato nella sua ricerca incentrata sul riscatto del popolo arrivando all’elaborazione di Pro-Occupation. Il progetto prevede l’occupazione di una porzione di terra in simbolo di una restituzione ai palestinesi. Se l’arte può tutto, Matlakas decide di usarla per partecipare alla sofferenza di una comunità e portare nuova vita e speranza dove il dolore sembra voler ricoprire ogni cosa.
Pro-Occupation si propone di “pro” occupare pezzi di terra, di metratura diversa a seconda delle possibilità del territorio, in tutto il mondo in solidarietà con la Palestina. La performance si costruisce come un vero e proprio rituale in cui l’artista trasporta verso la porzione di terreno delimitata un albero di ulivo, tenendolo in braccio come se fosse un bambino da accudire e a cui dare cure e affetto. Partecipando al dolore del popolo palestinese e trasformandolo in una tristezza collettiva, l’ulivo viene piantato nel terreno in segno di nuova vita e speranza, delimitandolo con delle corde sulle quali sono rappresentati i colori della bandiera palestinese. L’installazione dell’ulivo, quindi, rappresenta l’azione artistica di Pro-Occupazione e bonifica della terra palestinese come protesta verso un’ingiustizia quotidiana che il popolo affronta quotidianamente.
Matlakas ritiene che nel tempo presente, anche a causa dell’emergenza sanitaria che ci ha travolti, reclamare la terra è un atto fondamentale poiché costituisce un legame verso la propria casa che tutti dovrebbero avere il diritto di rivendicare. La volontà dell’artista è diretta a un raggiungimento di un’uguaglianza tra i popoli che vivono sulla stessa terra, i quali dovrebbero essere uniti da un sentimento di amore e solidarietà sconfiggendo l’odio e l’intolleranza.
Questa pre-occupazione e la successiva occupazione hanno avuto luogo per la prima volta a Monticello Amiata (GR) durante Linfa Festival e quindi ad Aielli in occasione di Borgo Universo, in presenza dell’ambasciatrice della Palestina Abeer Odeh e del sindaco Enzo di Natale. Entrambe le performance sono state sostenute e rese possibili grazie alla produzione di Palomart Network. Nella sua ricerca di libertà e solidarietà, Matlakas continuerà a portare Pro-Occupation in qualsiasi zona del mondo fino a quando la Palestina sarà libera.
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