Dopo il successo del 2021 con il documentario The lost Leonardo, l’opera Salvator Mundi sarà di nuovo protagonista di una serie sul grande schermo. Assieme a lei, l’attrice premio Oscar Julianne Moore, che interpreterà la celebre restauratrice Dianne Modestine, la prima ad aver creduto in quel dipinto ancora senza nome. La serie ha l’obiettivo di ricostruire la tortuosa vicenda: il Salvator Mundi è davvero opera di Leonardo o soltanto una delle più grandi truffe della storia dell’arte?
Ma facciamo un passo indietro. La storia che si cela dietro il Salvator Mundi è tuttora circondata da un’aura di mistero, tutto cominciò nel 2005 da Alexander Parrish e Robert Simon, due collezionisti e cacciatori di “sleepers” (opere mal attribuite che potrebbero essere di Grandi Maestri). Il duo acquistò a soli 1500 dollari il quadro considerato una copia dell’originale di Leonardo (che si credeva perduto) dalla St. Charles Gallery di New Orleans. La tela non era nelle sue migliori condizioni, vittima dal tempo e di restauri maldestri, ma Parrish e Simon si affidarono quindi alla restauratrice Dianne Modestine, la quale diventò la principale sostenitrice della paternità di Leonardo.
I massimi esperti del settore hanno dibattuto a lungo sull’attribuzione del dipinto, che nel frattempo iniziò a ricevere notevole attenzione e quotazioni da capogiro, fino a quando non approdò all’asta da Christie’s a New York nel novembre 2017, presentata ufficialmente come un capolavoro di Leonardo e non come un’attribuzione. Asta che passò alla storia perché il Salvator Mundi volò a $ 450,3 milioni, vale a dire l’opera più costosa di sempre mai passata all’incanto. Ad acquistarla fu (quasi sicuramente) il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman.
Nonostante la promessa di esporlo nel 2018 al Louvre di Abu Dhabi in occasione dei 500 anni dalla morte di Leonardo, il quadro non è mai stato più visto e ha posto il mondo dell’arte davanti a un quesito: dov’è finito il Salvator Mundi?
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