Diemut Strebe, The redemption of Vanity, 2019 (courtesy of Diemut Strebe)
C’era una volta il nero ma presto non bastò più. Così si arrivò al Vantablack, il nero più nero di tutti. Qualcuno si ricorderà che Anish Kapoor ne comprò avidamente tutti i diritti, aprendo così un’aspra diatriba con il connazionale Stuart Semple. Bene, i due artisti possono oggi deporre le armi perchè sono stati entrambi battuti dal Massachusetts Institute of Technology. Un gruppo di ricercatori del MIT ha infatti creato per caso il nuovo nero più nero che supera anche il fantomatico Vantablack.
Questo nuovo materiale è infatti in grado di trattenere ben il 99,995% della luce, superando il 99,965% del Vantablack e, quindi, qualsiasi altro materiale noto al mondo. Questo risultato si è ottenuto lavorando alla coltivazione di nanotubi di carbonio allineati (microscopici cilindri di atomi di carbonio) su un foglio di alluminio, al fine di testarne proprietà termiche e conduttività elettrica. La ricerca è stata condotta da Brian Wardle, professore di aeronautica e astronautica al MIT, e Kehang Cui, ex ricercatore del MIT e ora insegnante alla Shangai Jiao Tong University.
In questo caso i ricercatori avevano rimosso lo strato di ossido che normalmente si forma sul foglio di alluminio quando esposto all’aria e posto quest’ultimo in un ambiente privo di ossigeno, per evitare che si ossidasse nuovamente. Immesso nel forno per formare i nanotubi, hanno quindi scoperto che la rimozione dello strato di ossido consentiva la coltivazione a 100 gradi in meno rispetto al solito.
Ma grazie alla consulenza di un artista, Diemut Strebe, che stava assistendo alla ricerca perchè interessato alle proprietà ottiche di questi materiali, la scoperta è stata duplice. In genere, i nanotubi di carbonio, di cui è composto anche il Vantablack, sono già molto neri. In questo caso, però, il materiale sembrava distintamente più nero delle altre volte e su invito di Strebe si è deciso di misurarne il grado di riflessione.
Il risultato? Questo nuovo nero riflette la luce dieci volte di meno di qualsiasi altro materiale, compreso il Vantablack gelosamente custodito da Kapoor. Ma niente bis per il celebre artista: i due ricercartori del MIT hanno già chiesto il brevetto per il nuovo nero, che sarà liberamente utilizzabile da qualsiasi artista. Primo a cogliere l’occasione è proprio Strebe, che per la sua mostra “The Redemption of Vanity” alla borsa di New York ha ricoperto un diamante giallo di 16,78 carati, dal valore di 2 milioni di dollari, con il nuovo nero, rendendolo pressochè indistinguibile dallo sfondo altrettanto nero.
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