Categorie: Attualità

Danimarca, shock per la mostra di Marco Evaristti: maialini lasciati morire

di - 5 Marzo 2025

La mostra And Now You Care? di Marco Evaristti ha scatenato un’ondata di indignazione in Danimarca, riaccendendo il dibattito su quanto possa essere labile il confine tra arte, provocazione e violenza: l’artista e architetto di origini cilene ma dagli anni ’80 nel Paese scandinavo, ha esposto in una galleria di Copenaghen tre maialini vivi, destinati a una lenta morte per fame, con l’intento di denunciare le condizioni degli allevamenti intensivi. L’installazione prevede anche la possibilità di porre fine alla sofferenza degli animali, mettendo a disposizione dei visitatori un fucile. Le associazioni per i diritti degli animali avevano già denunciato la crudeltà della performance ma ignoti hanno fatto irruzione nottetempo nello spazio espositivo, liberando gli animali. L’organizzazione animalista danese Dyrens Beskyttelse aveva già annunciato un’azione legale ma il furto ha chiuso il caso prima che si arrivasse alle aule di tribunale.

Già nel 2000, Evaristti aveva sollevato polemiche per Helena, opera presentata al Trapholt Art Museum di Kolding, Danimarca. L’installazione consisteva in una serie di frullatori riempiti d’acqua, con pesci rossi vivi all’interno. Il pubblico aveva la possibilità di premere un pulsante e attivare l’elettrodomestico, uccidendo gli animali.

L’opera animò un infuocato dibattito etico e legale: mentre alcuni critici la interpretarono come una riflessione sulla responsabilità individuale e la banalità del male, altri la condannarono come puro atto di crudeltà. Dopo la segnalazione di un visitatore, le autorità danesi intervennero e sequestrarono l’opera. Tuttavia, Evaristti si difese sostenendo che lo scopo dell’installazione era mettere il pubblico di fronte a una scelta morale, evidenziando l’ipocrisia nei confronti della sofferenza animale: molte persone consumano carne senza interrogarsi sulla violenza implicita nella produzione industriale di cibo. Il caso finì anche in tribunale ma, alla fine, Evaristti fu assolto e il museo non fu ritenuto responsabile per eventuali maltrattamenti sugli animali.

Anche questa volta, Evaristti ha preso le parti della sua opera: i maialini esposti, che l’artista aveva prelevato da un mattatoio, sarebbero comunque morti, come accade quotidianamente a migliaia di animali negli allevamenti. Si stima che in Danimarca ogni giorno muoiano circa 25mila maialini a causa delle condizioni in cui vengono allevati.

«Credo che con la mia mostra potrò convincere un maggior numero di danesi a pensarci due volte quando si recano al banco frigo del supermercato», ha dichiarato l’artista all’agenzia di stampa danese Ritzau. «Condividiamo la critica di Evaristti alla crudeltà che caratterizza l’agricoltura industriale, dove milioni di animali soffrono quotidianamente – lontano dagli occhi e dal cuore. Ma crediamo che sia assurdo usare la crudeltà sugli animali per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla crudeltà sugli animali», ha dichiarato Mathias Madsen, portavoce di Anima, un’organizzazione danese per i diritti degli animali fondata nel 2000.

«È illegale ed è un abuso degli animali», ha commentato Birgitte Damm, dell’associazione Animal Protection Denmark, che però ha anche elogiato l’artista «Per aver posto le grandi domande su chi siamo come esseri umani o su chi vogliamo essere, e cosa stiamo facendo alle creature simili in nome di enormi quantità di carne a basso costo prodotta in serie». Damm ha ance spiegato che le scrofe vengono allevate nell’industria suinicola danese per allevare circa 20 maialini alla volta ma hanno solo 14 capezzoli, costringendo i maialini a competere per il latte materno e portando molti alla fame.

In ogni caso, l’orrore suscitato dall’installazione ha superato i confini del dibattito artistico. Il clima attorno all’artista si è fatto incandescente: oltre al furto degli animali, sono arrivate anche minacce di morte, intimidazioni e persino un messaggio di minaccia rivolto al figlio venticinquenne di Evaristti. Di fronte alla crescente tensione, l’artista ha dichiarato concluso il progetto.

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