Tate Modern, Blavatnik Building, Š Iwan Baan
In tempi di cookies, profilazioni e algoritmi, la riservatezza è diventata un valore ma sentirsi spiati è possibile anche al di fuori dellâecosistema virtuale, nel caro, vecchio mondo delle cose tangibili. Ma se lâocchio del voyeur fosse quello di un museo? Potrebbe essere un progetto artistico sulla sorveglianza e, in effetti, sembra averne tutti i crismi, compreso il risvolto da annali della giurisprudenza. Insomma, cosa succede se la bella galleria panoramica della Tate Modern è anche fin troppo panoramica, per non dire invadente? Può certamente rappresentare un problema e cosĂŹ i residenti del blocco di appartamenti di Neo Bankside, una unitĂ immobiliare di alto profilo immediatamente prospiciente la galleria, hanno citato il museo in tribunale, per violazione della privacy. La richiesta dei proprietari al giudice è chiara: la Tate Modern deve impedire ai suoi visitatori di guardare nelle loro case. O, in alternativa, un risarcimento danni.
La contestazione si basa sulla Common Law of Nuisance. Nel diritto comune britannico â il famigerato common law, appunto â câè un termine specifico, ânuisanceâ, disturbo, che può essere definito come una ingerenza irragionevole e sostanziale sullâuso e sul godimento della proprietĂ di una persona. Trattandosi di diritto comune, la procedura si basa su precedenti giurisprudenziali piĂš che sulla codificazione e sulle leggi e, per questo, potrebbe rappresentare un episodio fondativo, anche se una sentenza sfavorevole al museo sembrerebbe alquanto quanto complessa da ottenere, considerando il carattere iconico dellâedificio in questione. Ma seguiamo i fatti con ordine.
La Tate Modern inaugurò la sua nuova ala nel 2016, chiamata poi Blavatnik Building in riconoscimento della donazione della Blavatnik Family Foundation, guidata dal magnate Len Blavatnik. Con un investimento di 50 milioni di sterline da parte del governo e lâimportante sostegno di privati, il progetto fu firmato dagli archistar Herzog & de Meuron e venne subito salutato come il piĂš importante edificio culturale aperto nel Regno Unito nelle ultime decadi. Con i suoi dieci piani, oltre a estendere la superficie espositiva della Tate Modern, il Blavatnik Building offre anche una galleria panoramica con suggestiva vista su Londra. E sugli appartamenti del Neo Bankside, che ha unâaltezza simile al Blavatnik e le cui pareti sono costituite principalmente da vetro. Affacciandosi placidamente dal lato sud della galleria, i visitatori del museo possono vedere direttamente gli interni degli appartamenti, che si trovano a circa 30 metri di distanza in linea dâaria. In discussione câè dunque il diritto alla privacy nella propria casa.
Un primo verdetto ha riconosciuto lâintrusione visiva dei visitatori troppo curiosi della vita quotidiana dei residenti di Neo Bankside ma ha ritenuto che questa interferenza non può costituire un disturbo. La soluzione, per il giudice, è semplice, basta montare delle tende o chiudere le persiane. Ma la Corte dâAppello ha ritenuto che il ragionamento del primo giudice abbia introdotto errori sostanziali di interpretazione del diritto e quindi, applicando correttamente i principi del disturbo nel common law, la domanda non può non essere accolta. Tuttavia, il ricorso è stato rigettato sulla base del fatto che lâatto di âaffacciarsiâ non può essere legalmente considerato un disturbo.
Sconfitti due volte, i residenti hanno rivolto lâultimo appello alla Corte Suprema, il grado di giudizio piĂš alto del Paese, che ha incredibilmente accolto la loro causa. La sentenza della Corte Suprema, scritta da Lord Leggatt, afferma: ÂŤLa Corte dâAppello ha avuto ragione a ritenere che il giudice abbia applicato in modo errato la legge, ma ha sbagliato a decidere che la legge sulla molestia non copra un caso di questo tipo. Sui fatti accertati dal giudice, si tratta di un semplice caso di disturboÂť. ÂŤCredo che ciò che sta dietro il rigetto della richiesta da parte dei tribunali sottostanti sia la riluttanza a decidere che i diritti privati ââdi pochi ricchi proprietari di proprietĂ avrebbero potuto impedire al pubblico di godere di una visione illimitata di Londra e a un importante museo nazionale di fornire lâaccesso a tale visioneÂť, si legge nella sentenza. ÂŤNella misura in cui si tratta di una considerazione pertinente, tuttavia [âŚ] non si può giustificare che si consenta di violare i diritti dei ricorrenti senza risarcimentoÂť. Dâaltra parte, i proprietari di immobili in quella zona di Londra, ad alta densitĂ di edifici, devono calcolare il rischio di essere osservati, come parte inevitabile della vita comunitaria della zona, secondo il principio del âdo ut desâ, vivi e lascia vivere. Pur riconoscendo questo elemento, il tribunale ha stabilito che la creazione della piattaforma panoramica â posteriore alla costruzione del Neo Bankside â non costituisce un uso ânormaleâ del terreno del museo e quindi i proprietari hanno tutto il diritto di presentare reclamo.
Per il momento, dunque, la Tate dovrĂ almeno risarcire i proprietari ma la procedura va avanti. La Corte Suprema ha rinviato il caso allâAlta Corte per determinare se i residenti hanno diritto a richieder unâingiunzione per impedire lâutilizzo della piattaforma panoramica. Sviluppatori e costruttori di edifici alti nelle aree della City sono avvisati: meglio prestare attenzione alle facciate. Tate Modern is watching you.
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