Un lungo viaggio nella storia dell’arte, dal ‘500 al XXI secolo, tra dipinti, sculture e disegni realizzati dai grandi maestri, come Jacopo Vignali, Giovanni Battista Foggini, Rosso Fiorentino, Ingres, Pio Fedi, Giuseppe Bezzuoli. Si tratta del prezioso lascito di Carlo Del Bravo alle Gallerie degli Uffizi, una donazione di 455 opere, a tre anni dalla scomparsa dell’esperto del Rinascimento e decano degli studi sull’arte toscana dell’Ottocento e Novecento, che entreranno a far parte della collezione del museo di Firenze. Il lascito è stato reso possibile grazie alla generosità e lungimiranza del suo allievo ed erede Lorenzo Gnocchi.
«Così come negli studi accademici, anche la collezione che Carlo Del Bravo mise insieme nel corso della sua vita – una delle più importanti donazioni ai musei fiorentini dal secondo dopoguerra– è il frutto di una vita all’insegna di passione del sapere e senso del bello, studi rigorosi e intense amicizie artistiche. Proprio questi valori hanno ispirato oggi l’atto di generosità compiuto dal suo allievo ed erede universale Lorenzo Gnocchi, che ha consegnato i tesori più preziosi, personali ed intimi del suo maestro al popolo italiano intero: si realizzano così la volontà e le speranze del testatario, con lungimiranza e vero amore filiale verso uno dei più grandi storici dell’arte che il secondo Novecento ha visto», ha commenta il direttore delle Gallerie degli Uffizi, Eike Schmidt.
Laureatosi nel 1959 con Roberto Longhi, Carlo Del Bravo in seguito insegnò all’Istituto d’Arte di Porta Romana, prima di diventare assistente di Roberto Salvini all’Università di Firenze. Nel 1982 gli fu conferita la cattedra di Storia dell’Arte Moderna nello stesso Ateneo, dove insegnò fino al 2008, e in forma volontaria anche oltre. Sotto la sua guida si sono formate generazioni di studenti, tra i quali Ettore Spalletti, Carlo Sisi, Simonella Condemi e Antonio Natali, già direttore della Galleria degli Uffizi.
La produzione scientifica di Carlo del Bravo è vastissima e spazia, fra l’altro, dall’arte senese del Quattrocento, con il suo pionieristico libro sulla scultura senese di quel secolo, a Leonardo da Vinci, Michelangelo, Raffaello, dalla pittura del Seicento fiorentino alla scultura di Cellini e Lorenzo Mochi, dagli artisti italiani ed europei dell’Ottocento alla scultura italiana tra le due Guerre. In una serie di saggi ha affrontato argomenti trasversali, come nel caso di Sul significato della luce nel Caravaggio e in Gianlorenzo Bernini, del 1983, Ritratti petrarcheschi, del 1997, L’iconologia generale e Rodolfo, del 2012.
Entra così a far parte del patrimonio pubblico lo stralunato, irriverente San Giovannino del Rosso Fiorentino, l’ultimo quadro del grande pittore manierista finora in mani private, che farà parte del nuovo allestimento della pittura del primo Cinquecento agli Uffizi, attualmente in corso di preparazione.
Nella donazione Del Bravo agli Uffizi troviamo poi due tra le più struggenti tele del fiorentino Jacopo Vignali, il Giovane flautista e Gesù incoronato di spine, che verranno esposte nella Galleria Palatina. La maggior parte della collezione, con opere di maestri dell’Ottocento come Giuseppe Bezzuoli, Léon Bonnat, Antonio Ciseri, Raffaello Sernesi, verrà esposta in due sale dedicate nella Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti che, prima usate come uffici, verranno restaurate e allestite nei prossimi mesi, quindi riaperte al pubblico.
Altre due sale adiacenti, anch’esse inaccessibili da più di mezzo secolo e ultimamente adoperate come depositi, ospiteranno di nuovo le sculture di Domenico Trentacoste (1859-1933), come era in origine. La collocazione del lascito Del Bravo alla Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti è particolarmente appropriata, dato che lo studioso è stato per decenni membro della Commissione per la valutazione e le nuove acquisizioni della Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti, che in quegli spazi si riuniva regolarmente.
Inoltre, è in preparazione una mostra su Carlo Del Bravo come collezionista, studioso e maestro di generazioni di studenti, e un catalogo scientifico completo di tutte le opere della sua collezione. Secondo la politica delle Gallerie degli Uffizi di contribuire attivamente al risveglio culturale del territorio, alcuni gruppi di opere dal Lascito Carlo Del Bravo saranno esposte a San Casciano Val di Pesa, luogo di nascita e della prima infanzia dello studioso.
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