Gli Appartamenti Reali della Reggia di Caserta tornano a splendere: sono terminati nei giorni scorsi di interventi per i restauri delle sale del Trono, di Marte, di Astrea e degli Argenti, realizzati con i fondi del Programma Operativo Complementare di azione e coesione 2014- 2020 al PON Cultura e Sviluppo 2014-2020, per un importo di oltre 920mila euro. I restauratori hanno raggiunto anche altezze di quasi 20 metri, lavorando alle pareti decorate, ai dipinti e ai pavimenti di alcuni degli ambienti più grandi del piano nobile del Palazzo e agli spazi più intimi delle Sale degli Argenti, poste tra la Cappella Palatina e la Gran Galleria. Le fasi dei lavori sono state visibili al pubblico, senza interdire il passaggio dei visitatori che hanno potuto osservare gli esperti all’opera.
«Con costanza e professionalità, grazie all’impegno tecnico e l’esperienza del personale della Reggia, le ditte specializzate hanno condotto i lavori con grande sapienza nonostante la problematica estremamente complessa di garantire la fruizione delle sale e, per la ditta delle pulizie, mantenere il decoro e la manutenzione programmata degli ambienti», ha affermato la direttrice del Museo, Tiziana Maffei.
In ciascun ambiente sono state effettuate indagini diagnostiche preliminari per indagare gli aspetti esecutivi e lo stato conservativo degli apparati decorativi. Nelle Sale di Astrea, Marte e Trono, che Vanvitelli aveva in origine riservato al Re ma i cui lavori ebbero effettivo avvio solo dopo l’arrivo di Gioacchino Murat nel 1806, è emerso che gli stucchi erano stati in gran parte ridipinti, ricoprendone e mortificandone il modellato. Sono state individuate numerose lesioni stuccate e molti distacchi sia superficiali, sia degli elementi in rilievo. Dopo la pulitura meccanica e chimica, è stato effettuato il consolidamento, anche mediante l’inserimento, lì dove necessario, di perni in vetroresina, la stuccatura con materiale idoneo e l’equilibratura cromatica, realizzata con colore a calce miscelato con pigmenti puri e colori ad acquerello.
«È una grande soddisfazione vivere con il pubblico un concetto di cura quotidiana, dove i grandi interventi s’inseriscono in un processo di consapevolezza di quanto lavoro ci sia per salvaguardare il patrimonio nel rispetto della nostra missione museale», ha continuato Maffei, facendo riferimento anche a Pietre del Vesuvio, l’opera di Richard Long esposta nella Sala del Trono e composta da 52 pietre grigie del vulcano napoletano. L’artista inglese, infatti, fu invitato dal grande gallerista Lucio Amelio, insieme a vari altri autori di calibro internazionale, a ricordare il dramma del terremoto dell’Irpinia del 1980. Le opere realizzate sono poi confluite nella collezione Terrae Motus, conservata proprio alla Reggia.
E la storia dell’arte contemporanea alla Reggia di Caserta continua: aprirà il 25 luglio una mostra di Marco Bagnoli, a cura di marina Guida e organizzata dalle gallerie Giorgio Persano e Studio Trisorio. Nel III cortile, sarà presentata un’opera site-specific, Locus Solis, installazione alta quasi cinque metri, mentre nelle sale espositive della Gran Galleria, l’ala del Palazzo reale completamente ristrutturata e restituita alla fruizione nel marzo scorso, altre 11 opere dell’artista toscano attendono il pubblico.
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