Il genetista Ive De Smet e lo storico d’arte David Vargauwen conducono da tempo un progetto che unisce il campo della genetica a quello dell’arte. La ricerca da loro condotta mira infatti ad analizzare come gli alimenti vengono rappresentati nei dipinti, in modo da tracciarne l’evoluzione. Il tutto è nato da un dibattito tra i due in seguito alla visione di una famosa opera del pittore fiammingo Frans Snyders. Il dipinto in questione, intitolato Fruit Stall e conservato all’Hermitage di San Pietroburgo, ritrae un mercato cittadino ricco di alimenti disposti sulle bancarelle. All’interno dell’opera, accanto a prodotti ben riconoscibili, ne sono stati però individuati alcuni difficili da identificare.
La fama dell’artista e la sua specializzazione in nature morte smentisce però l’ipotesi che ciò sia dovuto alla mancanza di realismo o di accuratezza. Ciò ha fatto quindi supporre che il modo in cui alcuni frutti erano stati rappresentati potesse corrispondere al modo in cui venivano percepiti all’epoca. L’episodio ha quindi spinto i due a intraprendere una ricerca che, analizzando un campione di opere d’arte, fosse in grado di ricostruire una linea del tempo degli alimenti.
Il progetto, confrontando un numero sempre più elevato di opere, vuole quindi ricostruire il modo in cui i prodotti commestibili si sono evoluti nel tempo. Ciò che interessa ai due studiosi è capire quali caratteristiche fisiche e di gusto e quali proprietà d’uso abbiano assunto nel tempo frutta e verdura. Lo scopo della ricerca è anche quello di indagare il rapporto tra gli alimenti e le differenti culture, soffermandosi sull’evoluzione genetica. Proprio per tale motivo i dipinti fino a ora analizzati sono moltissimi e vari, per quanto riguarda soggetto e periodo di realizzazione.
Il progetto sta già ottenendo grandi risultati, nonostante abbia incontrato alcune difficoltà. Il processo di analisi delle opere è infatti portato avanti per lo più tramite cataloghi online che offrono immagini a bassa risoluzione e didascalie poco esaustive. Allo stesso tempo capita che opere degne di studio siano contenute in collezioni private e quindi risultino difficili da visionare. Per tali motivi, i due studiosi, che sperano di poter realizzare nel prossimo periodo un’app e un catalogo online che favorisca la ricerca, stanno provando a coinvolgere sempre più persone nel progetto. Chiunque voglia partecipare e concorrere all’individuazione dei dipinti può contattare i due studiosi alla mail artgeneticsdavidive@mail.com.
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