Diretto da Kim Longinotto, Shooting the mafia è il film documentario su Letizia Battaglia. La pellicola uscirà al cinema il 16 luglio, in occasione del 28mo anniversario della strage di via D’amelio in cui persero la vita il giudice Paolo Borsellino e cinque agenti della sua scorta, Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina.
Fotoreporter dal 1969, Letizia Battaglia inizia la sua carriera con il giornale palermitano L’ora. I suoi scatti documentavano la Palermo oppressa dai delitti di mafia. La scelta di fotografare i reati di Cosa Nostra, avvenne a seguito di un omicidio. La fotografa, infatti, ha raccontato: «Ho iniziato a fotografare a quarant’anni. Piano piano mi sono accorta che ero innamorata di quello che potevo esprimere con la macchina fotografica. Non ci pensavo alla mafia. Pensavo che avrei fotografato i bambini, le donne, le strade. E invece, dopo nemmeno tre giorni, è arrivato il primo omicidio. Il primo omicidio ti rimane in testa forte, forte, forte».
Il lavoro di Letizia Battaglia per denunciare i crimini di mafia la porta a diventare una fotografa di successo internazionale. Non solo mafia, i suoi scatti, infatti, descrivono Palermo in ogni suo aspetto: le sue tradizioni, la quotidianità dei suoi abitanti caratterizzata dalla miseria e dai suoi lutti. «Anche se ho quasi ottantacinque anni, non mi lego al passato. Le foto che ho scattato e che raccontano la Palermo sotto il fuoco della mafia sono esposte in tante gallerie e musei, ma io, Letizia, voglio andare avanti, voglio fare parte della ricostruzione di un mondo nuovo. Per questo fotografo le donne nude, senza sovrastrutture, prive di brillanti e vestiti alla moda», ci raccontava in una nostra recente intervista, in occasione di una mostra ai Magazzini Fotografici di Napoli.
In Shooting the mafia la regista Kim Longinotto vuole mostrare «un ritratto personale e intimo su Letizia Battaglia», si legge nella sinossi. Nel film sono stati inserite interviste e testimonianze d’archivio ma anche video privati, per fornire una chiara rappresentazione dell’Italia nel XX secolo.
La regista, nei suoi film, predilige le figure femminili, in modo particolare racconta le storie di donne oppresse o discriminate. Anche in Shooting the mafia la protagonista è una donna ma, ha precisato la Longinotto, si vuole offrire «una vita vissuta senza schemi». Spiegando la trama del suo documentario, Longinotto ha affermato che «In Shooting the Mafia esploriamo la storia di questa straordinaria siciliana che ha sfidato l’autorità maschile, la cultura e la società pervase dalla mafia». Ha poi aggiunto: «Letizia non solo ha fatto infuriare la mafia fotografando coraggiosamente i suoi crimini, ma lo ha fatto apertamente in un momento e in un tempo in cui tutto ciò era sconosciuto».
Il film, distribuito in Italia da I Wonder Pictures con Unipol Biografilm, ha avuto successo al Sundance Festival, al Panorama Internationale Filmfestspiele di Berlino e al Biografilm di Bologna. Shooting the mafia uscirà nelle sale il 16 luglio. Una data importante e drammatica nella storia della lotta a Cosa Nostra. Il 16 luglio 1992, infatti, Paolo Borsellino fu vittima dell’attentato mafioso, ricordato come la strage di Via D’amelio. Questo atto terroristico avvenne pochi mesi dopo l’altra terribile strage mafiosa di Capaci, dove perirono il giudice Giovanni Falcone e la moglie Francesca Morvillo. La strage di Capaci segnò la vita di Letizia Battaglia, al tal punto che decise di allontanarsi dal mondo della fotografia.
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