Categorie: Design

design | A Milano sboccia il design

di - 18 Aprile 2007

Dal 18 al 23 aprile 2007, al Nuovo quartiere Fiera di Milano Rho è in scena la quarantaseiesima edizione del Salone Internazionale del Mobile, accompagnato, oltre che da Euroluce, dall’immancabile Salone Satellite. Con quasi 2000 espositori entrati, e più di 600 rimasti fuori, la parola sventolata con speranze quasi apotropaiche è sempre la stessa, “qualità”, a rinforzare la gracile ma tangibile ripresina del made in Italy. Luce accesa quindi non solo dentro il Salone, con le nuove lampade di tanti fra cui Targetti, Foscarini, Verpan e Tobias Grau, ma soprattutto fuori, a cominciare dalla mostra Racconti di Luce in cui Herbert Cybulska utilizza la Loggia dei Mercanti per mettere in fila tutte le luci esistenti, dalla fiamma preistorica agli espedienti illuminotecnici del futuro. Né manca il momento colto: la mostra, ricchissima, che sotto il titolo Camera con Vista. Arte e interni in Italia 1900-2000 espone a Palazzo Reale dipinti, istallazioni, arredi, abiti, fotografie e accompagnamento musicale da Portaluppi e Gio Ponti a Cattelan e Pistoletto.
Quest’anno è più che mai da non perdere il Salone Satellite, che con Avverati. Progetti dal Salone Satellite alla produzione, festeggia sotto la curatela di Beppe Finessi il suo decimo compleanno, mostrando -oggetti alla mano- come il primo decennio di vita il Satellite abbia visto trasformarsi in realtà molti dei sogni a progetto degli allora “giovani designer” (etichetta che in Italia si conserva più per motivi di conto in banca che di età). Autori come Enzo Palmisciano, Fred Rieffel, Matali Crasset, David Trubridge, Lorenzo Damiani, Paolo Ulian, Gumdesign, Shin e Tomoko Azumi, i Nendo, Patrick Jouin, Satyendra Pakhalé, e molti altri.
Non ancora avverate, ma energicamente presenti al Satellite, nuove promesse (in parte già mantenute) come Nika Zupanc, lo studio Glocal Design, gli Out of Stock, Patrick Bey, lo studio Viable, i tedeschi Qed, lo studio CRAC di Honda Takashi.
E se l’arredo fatto ad arte molto spesso “fa” anche arte, la capitale meneghina non ci pensa due volte a farsi teatro di un’istallazione che pur nei modi ironici del site specific risulta in realtà sufficientemente non-straniante da stare bene dappertutto. N
Non tanto a causa delle 100 mucche d’artista in vetroresina a grandezza naturale trasformate da artisti, stilisti e designer, secondo il progetto lanciato nel 1998 dallo scultore svizzero Pascal Knapp, quanto perché i placidi bovini stanno lì a dimostrare per l’ennesima volta come sia ormai impossibile fare qualcosa di “estraneo” in una capitale dell’arte e del design.
Invero, sul crinale fra arte e design si è già giocato e si continua a giocare molto, tanto più alla Torneria Traviganti di via Tortona 32 dove il concept designer Marti Guixé, aduso a presentare il proprio lavoro soprattutto in gallerie d’arte e a concedersi a marchi illuminati come Droog Design o Camper, espone dieci anni di ricerche sul food design. Sempre sorprendenti, talmente bravi che a volte vien da chiedersi se non barino, gli studenti della Design Academy di Eindhoven sono in mostra a celebrare il sessantesimo anniversario della loro scuola con l’antologica The Family of Man, raccolta di lavori di neolaureti ed ex studenti presentati al Museo Minguzzi di via Palermo 11.
I lavori dei designer in formazione sono esposti anche in That’s Design! presso Industria Superstudio in via Bugatti 9 e via Forcella 13, evento che raccoglie 22 scuole di design tra cui Domus Academy e Politecnico di Milano per presentare i voli a volte pindarici a volte concreti dei loro aspiranti designer. Progettisti un po’ più formati, ma ancora in fase di crescita, hanno invece un loro spazio presso Asapstore in Corso Garibaldi che ospita l’esito del concorso Vecchio/Old indetto da Opos per invitare designer e architetti a riflettere sui modi dell’esperienza e del ricordo in un mondo che fa di tutto per rimuovere ciò che non è più nuovo.
Ma la design week ha anche un volto riflessivo, e accanto alle sempreverdi creazioni inutili e sgargianti non mancano ricerche volte a una progettazione industriale eco-sostenibile, la quale dopo un autunno prolungato al posto del tradizionale inverno (quasi che anche le stagioni giocassero alla “creatività sperimentale”) si presenta quanto mai come emergenza sempre più presente nelle menti dei designer. Tra le iniziative più interessanti spicca BEST_up, progetto ideato da Clara Mantica e Giuliana Zoppis la cui sigla è un acronimo per Bello, Equo e SosTenibile, con un up finale che suona come invito a svegliarsi e ad agire e che collega creativi, istituti universitari, centri di ricerca, banche dati e imprese operanti per promuovere l’eco-efficienza dei prodotti e dei servizi.

Nel giardino di Superstudio Più è invece Bestetti Associati che con il progetto di modulo abitativo Planit propone per Pircher la casa intesa come scrigno eco-efficiente.
Una riflessione meno eco-globale e più urbano-milanese è quella che muove l’antisalone a cielo aperto di Esterni, associazione da tempo attiva nella promozione di un design concepito come momento di incontro e di inclusione anziché come steccato diamantato di oggetti di lusso che segnano gli “interni” elitari e che come ogni anno accende di dialogo e comunicazione gli spazi urbani della capitale del design e dell’inquinamento atmosferico, acustico, semiologico, con il circuito di eventi Design Pubblico.
Tra le chicche, la presentazione in piazza San Babila dei vincitori di 500 wants you!, concorso indetto da Fiat e Designboom per il design della nuova Fiat Cinquecento. Merita una visita anche la Galleria/libreria A+M Bookstore di via Tadino 30 dove Alessandro Lo schiavo espone Walking Family, serie di elementi in legno massello concepiti con l’uso di pochi elementi modulari come i componenti di una famiglia zoomorfa con lo stesso atteggiamento imperturbabile di certe creature che abitano la savana.

anche la tappa in Triennale (via Alemagna 6), in cui fra le altre cose prosegue la sua avventura la mostra Il paesaggio mobile del nuovo design italiano che sotto la curatela di Andrea Branzi traccia un’istantanea del design delle nuove generazioni, “liquido”, frutto di una progettazione “debole e diffusa”, privo di etiche/estetiche da applicare e per questo tanto più agile e invasivo. Infine, per chi vuole spingersi Oltre il progetto, presso la Segheria di Meda 24 l’architetto Claudio Silvestrin allestisce una mostra-istallazione in cui dà forma fisica al proprio pensiero immaginifico per far conoscere attraverso una serie di “stanze” mentali e non solo l’aspetto intimo e invisibile del progetto.
Infine, non una mappa ma una bussola: per non perdere niente il luogo in cui andare è infatti uno solo, il sito fuorisalone.it, in cui sono raccolti tutti gli eventi del circuito e dove fra i vari sevizi è possibile scaricare gratuitamente una guida per cellulare di tutta, ma proprio tutta, la design week milanese.

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Fuorisalone
Zona Tortona
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stefano caggiano

[exibart]

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