Categorie: Design

design_interviste | Altro non è che sogno

di - 7 Settembre 2007

La prima domanda è per Laura. Cos′ha di unico Gabriele come designer?
Gabriele è unico sempre!

La stessa domanda per Gabriele: cos′ha di unico Laura come designer?
Non riesco a “frazionare” Laura e a leggerla solo come designer. Forse anche perché mi sono innamorato di lei il primo giorno che è entrata in studio, tremante, con il suo pregevole e ben impaginato book. In effetti la donna della mia vita doveva possedere tutti gli ingredienti necessari e Laura ne aveva in abbondanza, così tanti da colmare anche i miei vuoti. E così da quel lontano 3 marzo del 1999 non ci siamo più staccati l′uno dall′altra. Laura è una creativa pura, riesce a risolvere in pochi attimi questioni che altri non riescono ad affrontare o per cui impiegano giorni. È creativa a tutto tondo, si applica con la stessa facilità al mondo dell’oggetto come a quello della grafica, così come riesce a preparare un buon piatto senza ingredienti.

Da piccola Laura sognava di disegnare per la Walt Disney. Gabriele voleva costruire le case. Sono ancora questi gli ingredienti di Gumdesign?
Sono due aspetti che evidenziano ancora adesso le nostre personalità, fanno parte del nostro “codice genetico”. Ovviamente la vita e l′esperienza quotidiana ha arricchito le nostre predisposizioni, contaminandole, arricchendole, caricandole di nuove potenzialità. Insieme ancora adesso portiamo avanti progetti che coinvolgono il mondo dell′architettura, del design, della grafica, anch′essi contaminati e che portano a risultati per noi divertenti e divertiti. Un altro aspetto che ci accomuna è l′interesse per il mondo dell′arte, per la creatività allo stato puro; abbiamo sempre visitato mostre d′arte in giro per il mondo e da circa due anni siamo entrati a far parte di un′associazione che raduna creativi versiliesi dalle formazioni più disparate.

Bau – contenitore di cultura contemporanea nasce a Viareggio. Siamo stati coinvolti in un esperimento collettivo e spontaneo che produce “scatole d′artista” annuali; circa 50/60 opere a tiratura limitata contenute in scatole A4 di cartone, a cui hanno partecipano artisti emergenti versiliesi e personaggi del mondo dell′arte ormai affermati a livello internazionale. Ma l′associazione produce anche performance, installazioni ed eventi e anche in queste occasioni siamo felicemente coinvolti in operazioni di ricerca e sperimentazione. Continui stimoli che ancora una volta producono energie celate pronte ad esplodere nei settori più
disparati.

Tra i vostri clienti ci sono Creativitavola, De libris, Elios Ceramica, Forme, Fiat, F.lli Guzzini, Ghise Artistiche Toscane, Inpiega, Invicta, Lavazza, San Pellegrino, Serafino Zani, Simam, Strike, Vilca e molte altre. Qual è, ammesso che ci sia, il profilo della nuova imprenditoria italiana che fa ricorso oggi alla figura del designer? Si tratta di un ricorso episodico o sistematico?
La nuova imprenditoria italiana nasce spesso dall′energia di giovani industriali che, forti di esperienze passate in aziende di famiglia, riescono a far nascere con agilità nuove strutture produttive. Partono preparati e comprendono come sia fondamentale appoggiarsi a creativi capaci di comunicare il prodotto e di disegnarlo.

Crediamo sia ormai l′unica direzione da percorrere per contrastare mercati globali basati sulla quantità più che sulla qualità. Le nuove aziende comprendono come sia fondamentale costituire delle “famiglie allargate” dove l′impresa è costruita sulle capacità dell′imprenditore e sulle intuizioni dei creativi. E come in tutti i settori vi sono aziende strutturate per ricorrere in maniera sistematica al designer esterno. Altre aziende invece continuano a percorrere canali interni che spesso però possono esaurirsi ed implodere, cadendo nella “buca dell′imitazione”.

L′interesse della stampa specializzata nei vostri confronti è sempre molto alto. Numerose sono le mostre alle quali avete partecipato e i riconoscimenti che avete ottenuto. Quanto c′entra tutto questo con il lavoro “vero” del designer?
Non sappiamo quale sia il vero lavoro del designer ma sappiamo che questo è quello che ci piace fare. Muoverci tra grafica, design, architettura, cataloghi, oggetti, edifici… L′estrema varietà del nostro lavoro ci porta innanzitutto a divertirci! E poi scopriamo sempre nuovi orizzonti e conosciamo sempre nuove persone, un aspetto fondamentale per la crescita e la vita di ciascun essere umano. Questi sono gli ingredienti per un creativo.

Per i Maestri del Novecento il progetto era un lavoro “virile” di formazione della realtà materiale sulla base delle grandi sintesi ideologiche prodotte in quantità dalla storia degli uomini. Oggi il progetto si è fatto più accogliente e variegato, “femminile”, sfumato. Come si colloca Gumdesign nella fenomenologia del design contemporaneo, sempre meno “razionalistico” e sempre più “sensoriale”, elastico, pragmatico?
La componente creativa di Laura penetra con forza nei progetti dello studio e l′aspetto sensoriale ed emozionale è alla base di ogni nostro progetto. D′altra parte il gusto razionalista non credo faccia parte consistentemente della nostra vita e dunque neanche delle nostre idee. Anche il nome dello studio deriva proprio da questi aspetti legati all′elasticità, al dinamismo, al momento ludico. E in effetti siamo collocati in questo ambito dalla stampa specializzata e veniamo coinvolti da curatori di mostre, eventi e workshop proprio per questa caratteristica. Deriva senz′altro dal nostro modo di essere ma riteniamo che anche il momento storico possa spingere numerosi designer a lavorare nell′ambito della sensorialità e dell′emotività partecipata per contrastare un′epoca rigida, violenta, forte e allo stesso tempo legata a ideali effimeri.

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The New Italian Design
link correlati
www.gumdesign.it
Creativitavola
Elios Ceramica
F.lli Guzzini
Ghise Artistiche Toscane
Lavazza
Serafino Zani

stefano caggiano

[exibart]



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