Categorie: Design

A Bologna un artista ha ricreato il ricordo di una festa di compleanno interamente in ceramica

di - 8 Febbraio 2025

Ben due tavoli imbanditi di tramezzini, popcorn, bibite gassate anni Ottanta e panini al latte, treccine di mozzarella, panzerotti, torte, patatine e tarallucci, stelle filanti, bandierine colorate e i classici regali. I commensali non possono però aprirli, né attingere al lauto banchetto. A emergere è invece l’immagine stabile di un ricordo fatto di abitudini ormai fuori moda, dove il passato viene vissuto come nostalgia del senso, contro l’imperante tendenza all’assenza e alla scomparsa del tempo presente. Sono anche questo le ceramiche non funzionali di Giorgio di Palma, «Oggetti di cui non c’era bisogno», che ci portano a riconsiderare, tramite irriverente ironia e una leggera provocazione, le priorità interne al nostro attuale agire pensato e condiviso.

In occasione di ART CITY Bologna 2025, lo spazio di design e arte contemporanea 20ZERO3 ripropone l’esposizione Festa di compleanno di Giorgio di Palma. Un nuovo allestimento dall’abito vintage anni Ottanta, che si pone in continuità con la ricerca già avviata sul media ceramico in rapporto all’estetica dell’arredo. La mostra inaugurata giovedì, 6 febbraio, sarà fruibile fino al 22 febbraio 2025.

Giorgio Di Palma, Festa di Complenno, intallazione ambientale da 20ZERO3, dettaglio, credit Francesca Evangelisti

L’insieme ha un trascorso itinerante presso altre importanti istituzioni, iniziando dalla Fondazione Pino Pascali di Polignano a Mare nel dicembre 2021, e poi al Museo Gigi Guadagnucci di Massa, alla Meme Gallery di Milano, fino al Museo della Ceramica di Mondovì, lungo l’estate 2023. Di Palma, originario di Grottaglie, recupera l’atmosfera della festa di compleanno tipica del territorio, nel tentativo di scongiurare la tendenza al turismo di massa e al nuovo impulso industriale che hanno investito alcune località più note del Sud Italia, ormai tendenti alla spersonalizzazione. Un’estetica colorata e pop fatta di smalti e tinte prive di sfumature, come l’arancio e il nero delle bottiglie di bibite gassate anni Settanta e Ottanta, invece della ceramica “nordica”, grigia ed essenziale, che sembra avere conquistato il mercato contemporaneo, in fondo «Troppo minimal per essere bella».

Giorgio Di Palma, Festa di Complenno, intallazione ambientale da 20ZERO3, dettaglio, credit Francesca Evangelisti

In particolare, l’esposizione nasce dall’esigenza di rispondere alle necessità presentatesi lungo il corso della pandemia Covid19. Sarà ancora possibile vedersi, abbracciarsi, soffiare le candeline sulla torta? Intenti a riesumare libri, le foto e i dischi del nostro armadio, riaffiorano lenti i ricordi del passato. E se avessi fatto scelte diverse, ora dove sarei? A riprenderci con la fotocamera dello smartphone vedevamo la nostra immagine buia, in cerca delle prossime notizie in TV. Le lancette suonano a vuoto, mentre guide turistiche e brochure polverose ci invitano al viaggio alchemico tra mete lontane, senza il bisogno né la possibilità di spostarsi.

Giorgio Di Palma, Festa di Complenno, intallazione ambientale da 20ZERO3, dettaglio, credit Francesca Evangelisti

In fondo non è anche questo il compleanno, una ricorrenza, un rito? La summa delle foto ricordo che di colpo ci sembrano così necessarie, nella nostalgia di chi eravamo e nell’attesa di chi saremo, ma sempre con lo sguardo rivolto alla condivisione e a una rinnovata, intrinseca, elementare spontaneità.

Di Palma riesce così a far durare nel tempo una sorta di archeologia del ricordo, in cui il susseguirsi di strati del vissuto si esprime tramite la mostra di oggetti all’apparenza obsoleti, ma che non possono sfuggire l’impulso a essere di nuovo usati, consumati, e ritrattati all’interno delle dinamiche sociali che trovano infine nell’immediatezza la stessa ragione di una continuità della storia.

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