Premessa: Mi trovo oggi a recensire il primo numero di una rivista des anarchiques uscita nel febbraio del 2000 e quindi al tempo carica dâinventiva e dinamicitĂ , che spero si sia mantenuta anche nei numeri successivi.
Auto â celebrazione dellâanarchia e dellâanarchismo, questa rivista vuole essere un diario segreto â aperto â al â pubblico dei pensieri profondi e delle opinioni personali sulla realtĂ sociale che ci circonda, infischiandosene delle forme ma puntando unicamente al contenuto.
Originale nella grafica, che si lascia andare alla fantasia delle forme e dei colori, è stampato su cartoncino e si presenta al contempo elegante ed alternativo.
Il Quasi editoriale â come rilevano gli autori â è una piacevole raccolta di frasi ed aforismi:
Gli artisti sono gli anticorpi che la societĂ ha contro il potere. Lâartista non deve integrarsi. Se si integra, noi ce lâabbiamo nel culo.
Fabrizio De Andrè
Rivoluzionario è lo scrittore che riesce a porre attraverso la sua opera esigenze rivoluzionarie diverse da quelle che la politica poneâŚ
Elio Vittorini
La libertà è tutto, dâaccordo ⌠ma parlare di libertĂ ed essere liberi sono due cose diverse. Voglio dire che è difficile essere liberi quando ti comprano e ti vendono sul mercato (âŚ) Ah certo, ti parlano, e ti parlano, e ti riparlano di questa famosa libertĂ individuale. Ma quando vedono un individuo veramente libero, allora hanno paura.
Dennis Hooper in âEasy Riderâ
Si inizia cosĂŹ la lettura del QUADERNO CREATIVO N.1 che tratta di cultura ed arte nelle sue diverse dimensioni, sulla base dâun forte radicamento ideologico che lo spinge ad âagire controâ.
Fotografia â SocietĂ dello spettacolo â Poesia â Teatro e Cinema rappresentano i punti cardinali su cui ci si è espressi.
Di grande interesse storico è lâarticolo di Pino Bertelli su Tina Modotti â fotografa rivoluzionaria â della quale tanto sâè detto ma o troppo fantasioso o troppo riduttivo.
Si riassume la storia di questo personaggio, italiana di nascita messicana dâadozione dalla vita intensa e passionale volta alla lotta per la libertĂ che la portò a grandi amori e ad una morte misteriosa.
Di lei si sottolinea la rivoluzionaria scrittura fotografica che âintreccia lâesistenza libertaria con lâarte vissuta come cammino per realizzarla. (âŚ) Fotografia che è lâapparire dâuna coscienza, âlâeco dellâanimaâ che proietta unâimmagine diversa sulla realtĂ mai completamente compresa.
Ben scritto e coinvolgente, invoglia a saperne di piĂš su questa donna del secolo scorso che certamente appare piĂš libera che quelle attuali.
Bello anche lo spazio dedicato alla Poesia. Versi che invitano alla riflessione sulle grandi colpe degli uomini, primo fra tutte: lâindifferenza verso le realtĂ piĂš tragiche del vivere umano â âOrganizzate il cuoreâ. Versi che spiegano cosa è la poesia, âdenuncia sociale, testimonianza dâavvenimenti, cattura dâattimi non palpabili restituiti in emozioniâ.
Câè poi il racconto del Teatro di Paola Brolati, con il suo âFuori Luogoâ. Gioco di dialoghi tra esperti e principianti dellâarte teatrale, tra sogno dello spettatore ingenuo e crudo realismo di quella avveduta, per la quale âi teatranti non possono mai nutrire illusioniâ.
Condanna il teatro in televisione perchĂŠ âanche lâultimo batterio ha perduto la sua carica devastanteâ e quindi è necessario âtornare nelle strade, riacquistare visibilitĂ , (âŚ). Un teatro che cambi di nuovo il rapporto tra attori e spettatoriâ. Teatro sociale, come quello messo in scena da Giovanni Zurzolo. Con il progetto Sacre Coeur, invitò, infatti, gli spettatori â muniti dâattrezzatura â a percorrere una miniera (dismessa nel 1979) nelle montagne della Val Ridanna, âportandoli nelle viscere della terra dove i minatori passavano le loro giornate e riportandoli alla luce ad oltre 2000 metriâ.
Una nuova dimensione della performance teatrale ma anche cinematografica. Bibi Bozzato citando Francis Ford Coppola scrive che il cinema diventerĂ unâarte solo quando una qualunque ragazzina riuscirĂ a prodursi per i fatti suoi un film, cosĂŹ come per scrivere è sufficiente una penna ed un foglio di carta.
Nuova denuncia anche per Gianfranco Marelli che in âDalla SocietĂ dello Spettacolo allâEstasi della Comunicazioneâ si scaglia contro âla perdita di senso della societĂ contemporanea (âŚ) attestata dallâincapacitĂ di trasmettere passioni e suscitare nuove emozioni nonostante le possibilitĂ messe in campo dalla scienza e dalla tecnicaâ.
Pesanti accuse verso una societĂ che confonde la realtĂ con lo spettacolo dove niente è piĂš nuovo; contro una realtĂ virtuale che toglie allâindividuo âlâillusione soggettiva della percezione del mondoâ. Una societĂ che è solo rivolta ad âaccorciare i tempiâ dâogni evento dove nulla si lascia allâimmaginazione.
Visione ultra pessimista di quello che câè e utopistica di come si vorrebbe. La perdita di senso della realtĂ , lâalienazione dellâuomo vittima dellâutilitarismo occidentale? Direi di volgere gli sguardi anche alla positivitĂ del presente dove non tutto è âirrimediabilmenteâ detto. Dove la tecnologia permette a molti di partecipare ad eventi prima riservati a pochi. Vero, il contatto umano, lâillusione, il mistero, sono affascinanti e densi di emozioni; ma per ridisegnare la realtĂ âmeglio e in modo miglioreâ non si deve necessariamente negare quello che si ha, poichĂŠ il progresso, tanto demonizzato, potrebbe essere la chiave dâaccesso a dimensioni inesplorate.
Passando ad altro, degno dâattenzione è il connubio pensiero scritto â pensiero in musica, avvalorato dalla presenza di un CD allegato al quaderno, âJUDAS IIâ. Di Pete Wright e Martin Wilson â ex batterista dei Flux of Pink Indians, âformazione di punta del canto politico anarchico inglese durante gli anni â80 â con suoni âraccolti per stradaâ e testi in inglese che invitano diffidare di âtranelli confortantiâ e di lezioni impartite a forza di carezze.
Ospite âfissoâ della rivista è âIl Martelloâ bimestrale di scrittura, di politica, di disfatta a cura di Luigi Bianco e Adriano Accattino. Contestatore della scrittura superficiale e frettolosa dei quotidiani, si propone come giornale di riflessione con articoli âsufficientemente estesi per essere ben sviluppatiâ, invitando a spedire scritti â purchĂŠ in sintonia con lo spirito della testata.
Una rubrica âLavori in corsoâ dedicata ad anticipazioni e presentazioni; una pagina dedicata alla Mail Art con inviti e proposte ed una sullâARTE dove si sottolinea il âmystereux inconnueâ da cui nasce lâopera dellâartista, colui che si muove verso qualcosa.
Muoversi verso, Liberarsi, in questo, si dice, è contenuto il sentimento dellâarte.
Federica De Maria
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