Qual è stato il tuo percorso artistico?
Il mio percorso come artista inizia negli anni 80, quando comincio a scattare foto con una Praktica semiautomatica. Molti di questi scatti saranno alla base ed ispirazione per i miei primi lavori su tela.
I primi anni 2000 sono segnati da un avvicinamento al colore, da un abbandono dell’immagine pura per arrivare a una contaminazione tra fotografia e pittura, tra realtà e visione.
Centrale per la mia formazione, sino a questo punto autodidatta, risultano gli incontri con Riccardo Zipoli, fotografo, che ha vinto il premio Hemingway 2019 per la fotografia e con Luigi Ariggi, pittore parmense allievo di Mario Schifano, che mi ha portato a migliorare le due tecniche che diverranno tratto fondamentale della mia produzione artistica, e spingendomi ad andare a studiare le opere alla Fondazione Mirò a Barcellona.
Negli anni a seguire, ho incontrato Vittorio Sgarbi e ho partecipato nel 2010 al Concorso nazionale Premio Arciere e sono stato inserito come pittore emergente al Festival dei due Mondi a Spoleto. Nel 2011 ho esposto alla Biennale di Venezia. All’estero ho esposto a New York nel 2005, a Ginevra nel 2007 e a Parigi nel 2009 con la Galleria Palma Arte, a Hong Kong nel 2013 con la Galleria Art&Co. Nel 2020 ho esposto al Galata Museo del Mare di Genova , presso la Galleria delle Esposizioni al 2°piano la mostra “Quando le pareti divennero pavimenti” venti opere che raffigurano uno dei più grandi naufragi italiani. Nel febbraio 2022 sono entrato a far parte degli artisti emergenti di Art Events di Mario Mazzoleni nel sito www.art-shop.it.
BIOGRAFIA:
Quali sono gli elementi principali del tuo lavoro?
Fotografia e pittura per me sono l’arte della luce. Grazie al colore, ai chiari e scuri, ai contrasti, le forme e i particolari assumono nuovi significati e questa contaminazione tra fotografia e pittura mi consente una visione onirica e metafisica della realtà che mi dà la possibilità di andare al di là di ciò che si vede o che pensiamo di vedere. Ad esempio, le opere della nuova serie Neoclassica, sono nate dallo studio del nero, partendo da quello che pensava Auguste Renoir. “Le ombre non sono nere, nessuna ombra è nera, hanno sempre un colore. La natura conosce solo colori… bianco e nero non sono colori.”. Compito di un artista è interpretare e reinventare. Partendo da un’immagine rifulgente luce e colore, il nero mi permette di mettere in risalto una nuova visione della bellezza.
In quale modo secondo te l’arte può interagire con la società, diventando strumento di riflessione e spinta al cambiamento?
L’arte può aprire gli occhi al pubblico che uscendo da una mostra guarderà il mondo in un ottica nuova.
Quali sono i tuoi programmi per il futuro?
In quale modo le istituzioni potrebbero agevolare il lavoro di artisti e curatori?
Il mio sogno sarebbe che in ogni comune d’Italia ci fosse uno spazio pubblico in cui gli artisti possono esporre le proprie opere .
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