Nato dalla volontà di Paolo Rigamonti e Silvio Mondino, meglio noti come Limiteazero, e dal loro decisivo incontro con l’associazione culturale Count Down e con Consolo Produzioni, che hanno sostenuto e prodotto il progetto, MixedMedia si svolgerà questo fine settimana all’Hangar Bicocca, sotto l’auspicio dei Sette Palazzi Celesti di Anselm Kiefer. Nella miglior tradizione dei festival teutonici, il calendario dei quattro giorni (25 – 28 maggio) è tale da richiedere l’assunzione di dosi massicce di caffeina e guaranà. Il susseguirsi degli incontri quasi non lascia il tempo di godersi la mostra, che si articola in una sezione di Media Art e una di Architettura. La prima, curata da Silvio Mondino con il coordinamento di Tiziana Gemin, si avvale del fascino e dell’impatto ambientale delle installazioni di Jim Campbell, Aether Architecture, Lemur e Osman Khan, cui affianca la produzione di diversi software artist, tra cui Lia, Dextro, Meta e degli italiani Alessandro Capozzo e Fabio Franchino, che lasciano emergere un’estetica del codice ormai giunta a maturità.
Curata da Gianluca Milesi, la sezione Architecture è stata messa assieme chiedendo ai designer e agli architetti coinvolti l’invio (digitale) di un progetto (digitale) a loro scelta, che fosse in grado di offrire la loro risposta alla questione del rapporto fra architettura, design e nuovi media: una sorta di intervista collettiva, cui hanno risposto, non a parole ma a progetti, nomi del calibro di Archi-Tectonics, Degrezero, Greg Lynn, NOX, AMO-OMA, Massimiliano Fuksas, nArchitecture, Diller & Scofidio, Asymptote.
Con la terza sezione, curata da Marco Mancuso di Digicult, usciamo dalla mostra per entrare negli eventi, che animeranno le serate di giovedì, venerdì e sabato, dall’area stage di fronte alle torri di Kiefer, con i live multimediali di alcuni dei nomi più importanti del panorama internazionale della sperimentazione multimediale, quali, tra gli altri, Ulf Langheinrich dei Granular Synthesis, Scanner, Edwin van der Heide, Ryoichi Kurokawa, Franko B, Purform e Otolab.
Ma MixedMedia non vuole essere soltanto una vetrina -appetitosa e glam come solo Milano sa fare- sull’attualità della sperimentazione del digitale. E’ anche, nella volontà dei curatori, un’occasione di dialogo, di confronto
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