La collaborazione: all’insegna della videoarte, le
due veronesi Studio la Città e Artericambi condividono il
progetto Videoràma,
con un programma di opere selezionate. Un piccolo ma significativo segnale che
le sinergie possono nascere anche fra strutture di grande tradizione e fra
operatori che lavorano esclusivamente con giovani artisti. E se la fiera
comincia a favorire dinamiche locali di questo genere…
La galleria emergente: la scelta cade su Osart
Gallery. Fondata nel 2008 dal giovane Andrea Sirio Ortolani, da subito ha
scelto arditamente di procedere sul doppio binario dell’arte del secondo
Novecento e del contemporaneo stretto. Finora non ha sbagliato nulla. Così allo
stand si alternano opere, non monumentali ma di qualità, di Nam June Paik, Tagliaferro, Samaras e Agnetti. La scelta sul fronte
contemporaneo cade invece su un efficacissimo martirio di San Sebastiano di Titus
Kaphar: martirio
che è innanzitutto della tela, fatta letteralmente a brandelli. La mostra in
galleria appena conclusa ha anticipato la retrospettiva del grande fotografo
americano Minor White. Davvero niente male.
La star: non è, come si potrebbe pensare, il Marc Quinn della mostra in collaborazione
con Byblos Gallery e Palazzo Forti, ma la palestinese Emily
Jacir. Dopo il
Leone ricevuto per gli artisti under 40 alla scorsa Biennale veneziana, ha
ottenuto anche la consacrazione con la personale al Guggenheim di New York. Per
i collezionisti in cerca d’investimenti era d’obbligo la tappa per vedere le
sue opere ispirate dal conflitto israelo-palestinese allo stand della torinese Alberto
Peola, che rappresenta l’artista in Italia.
Il progetto: interessante la trasposizione in fiera della
rassegna Il canto della terra, organizzata dalla Galleria Repetto di Acqui
Terme. Uno sguardo suggestivo e trasversale sulla Land Art, attraverso opere
(quasi sempre di qualità) di Smithson, Christo, De Maria, Turrell, Long, Oppenheim, Fulton e altri. Come spesso accade, la provincia italiana
riserva delle sorprese. La mostra è aperta fino al 25 novembre. Vale la pena di
farci un salto.
La monografica: è la sezione OnStage curata da Andrea Bruciati, con
nove gallerie che hanno proposto progetti personali, tra i quali alcuni
affiliati all’Amaci hanno scelto di fare acquisizioni. Ottime le proposte
romane di Federica Schiavo e Unosunove. Per la prima le
inquietanti opere horror-trash di Jay Heikes, per la seconda le decadenti
reminescenze pop geometriche di Conrad Ventur. Fra gli italiani intriga la
riflessione sul sacro di Sergio Breviario per Fabio Tiboni; belli anche i multipli e
il numero unico edito per l’occasione.
L’omaggio: lo fa a Carlo Scarpa l’artista Serse, nella mostra allestita da LipanjePuntin.
I suoi nuovi disegni a grafite fissano molti scorci delle opere progettate
dall’architetto veneziano, tra fughe prospettiche e atmosfere metafisiche.
Varrebbe la pena farci un libro.
Il caso: data la regola secondo cui tre indizi fanno una prova è
da registrare la “conversione” di Enrico Astuni al concettuale
contemporaneo più modaiolo. Fino a qualche anno fa la sua era sì una buona
galleria, ma impegnata con artisti affermati e con un gusto vagamente
commerciale, che faceva storcere il naso al clericalismo filo-milanese.
L’apertura della sede a Bologna ha inaugurato il nuovo registro. Ecco comparire
artisti ben introdotti come Pippin, Csörgö e Putrih, giovani emergenti come Luca Pozzi, curatori come Alessandra Pace e
adesso anche Fabio Cavallucci con l’esemplare progetto Viva l’Italia!, con Cattelan, Fabro, Maloberti, Pietroiusti, Xhafa, Montesano ecc.
per cogliere un assist e segnalare l’ottima personale in corso allo Studio
Guenzani di Milano e la rassegna mantovana. Un artista che non tradisce.
I premi: Serena Clessi (Toselli) e Federico Pietrella (Deanesi) vincono il
premio Aletti, rispettivamente per fotografia e pittura. Scelta azzeccata, due
opere di ottima fattura. All’inglese Sophy Rickett (Alberto Peola) va invece
il PremioIcona 09, anche in questo caso la scelta migliore nel ventaglio dei
selezionati.
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arienti tradisce tradisce... io sono stato tradito da lui e dalla galleria (in arco) e come un innamorato deluso ho tolto il suo quadro da casa mia e non lo riprendero' piu', non lo voglio piu'