La situazione. Abbiamo assistito ai rinvii dell’Armory Show, agli annullamenti di ArtBaselMiami, alle delusioni della Fiac di Parigi, ai piccoli trionfi insperati della nostrana ARTissima. L’inaugurazione di Arte Fiera (aperta da domani sino a lunedì) ha necessariamente il compito di fare il punto (Art has a point, il titolo della rassegna). Il consuntivo che le gallerie grandi e piccole presenteranno il prossimo lunedì, dopo un bagno di folla da 50 mila presenze previste, sarà termometro per tutto il mercato dell’arte moderna e contemporanea. Non perché ArteFiera, nonostante gli sforzi di Luca di Montezemolo e staff, sia già diventata manifestazione di respiro internazionale, ma perché si colloca in un momento particolare che apre la stagione e deve confermare l’impressione che da un quadrimestre sta convincendo sempre più operatori: dopo l’11 settembre, l’arte è tornata ad essere bene rifugio. E per la verità, dopo i disastri di Manhattan, i pessimisti (o è meglio parlare di gufi?) non mancavano davvero. Sull’onda di Bin Laden e di Anthony D’Offay (lo storico gallerista londinese decise in settembre di chiudere il suo spazio) era cresciuta la preoccupazione di editori, galleristi, agenti, mercanti.
I segnali d’allarme sul mercato dell’arte sono in realtà durati lo spazio di qualche auction da Christie’s, e poco più. Le vendite sono parse subito vivaci, i liquidi in fuga dalle borse affluivano, in parte, sulle opere d’arte. L’ultimo appuntamento è stato a Torino per ARTissima, e nessuno si è lamentato.
La fiera. Arte Fiera si presenta in questo panorama con una compagine ricca e agguerrita di espositori (soprattutto gallerie ma anche musei, istituzioni, case editrici), con un fittissimo calendario di appuntamenti a latere in una Bologna straripante di eventi anche piccolissimi, con un interessante menu di incontri nell’area meeting. Gli espositori saranno 250 suddivisi in quattro padiglioni. Uno dedicato all’arte moderna e tre all’arte contemporanea, in particolare i padiglioni 31 e 32 ospitano, dopo il notevole successo riscosso nella scorsa edizione, ambiti espositivi caratterizzati da ampie superfici, quasi museali, sulla scia del buon riscontro che questo esperimento ha avuto alla fiera di Basilea. Prosegue inoltre il restyling degli spazi espositivi ad opera di importanti designer ed architetti. Forse questo servirà a evitare i dissidi dello scorso anno, quando alcuni galleristi decisero, all’ultimo minuto, di non presentarsi a causa della posizione penalizzante assegnata a loro stand.
La nutrita presenza di espositori italiani non nasconte la compagine straniera, in un’ottica di forte impulso internazionalzzante della fiera.
Sulla manifestazione, oggi, si può dire ben poco, non è questo il momento per indicare artisti da tener d’occhio o stand da visitare a tutti i costi. Rimandiamo tutti i commenti del caso, come abbiamo fatto con tutte le fiere internazionali, ad un editoriale consuntivo che baserà le proprie riflessioni sulla realtà che la manifestazione saprà proporci. Mentre abbiamo già pronto un interessante articolo/intervista, in uscita per domani, sulle gallerie londinesi presenti a Bologna.
Gli appuntamenti. L’ormai arcinoto ‘meeting point’ della Fiera di Bologna non avrà un istante di tregua. Presentazioni di libri, incontri con personalità (Vincenzo Cerami, Luciana Littizzetto), premiazioni (l’importante e ormai tradizionale premio Targetti Art Light) e conversazioni d’arte (Pierpaolo Calzolari e Mario Bertoni oppure Alessandra Tesi e Roberto Daolio e cosi via). I convegni, in Sala Alemanda o in Sala Concerto, verteranno sul collezionismo, sul rapporto tra pubblico e arte contemporanea, sulla performing art.
Buon finesettimana!
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cosa volete commentare, questa fiera va di male in peggio e dimostra tutta la mediocrita' del sistema arte italiano