Dina Goldstein, In the Dollhouse, Bedroom Magazines. Dina Goldstein, Courtesy Tallulah Studio Art, Italy
Sarà visitabile dal 20 febbraio al 23 marzo 2025, presso Fabbrica Eos di Milano, la mostra personale di Dina Goldstein, artista israelo-canadese nota per il suo linguaggio visivo provocatorio e la sua abilità nel decostruire i miti contemporanei attraverso la fotografia. Nata a Tel Aviv nel 1969 e cresciuta artisticamente a Vancouver, Goldstein ha sviluppato una cifra estetica molto personale, che fonde il surrealismo pop con una tagliente critica sociale. La sua ricerca si muove sul filo dell’ironia e del disincanto, mettendo in discussione le narrazioni dominanti della cultura di massa.
Il percorso espositivo da Fabbrica Eos, a cura di Patrizia Madau e in collaborazione con Tallulah Studio Art, include alcune delle sue serie più celebri, tra cui In the Dollhouse, che esplora il rapporto tra bellezza, potere e sessualità attraverso la decostruzione dell’immaginario di Barbie e Ken. Le sue immagini rivelano l’instabilità insita nelle icone patinate della perfezione, mostrando le crepe nascoste dietro la plastica del sogno americano.
Altro progetto chiave in mostra è Fallen Princesses, una serie che ribalta le aspettative legate alle figure fiabesche femminili, catapultandole in contesti crudi e reali. Le principesse Disney, simboli di grazia e redenzione, si trovano a confrontarsi con scenari drammaticamente umani: Cenerentola si ubriaca in un bar squallido, Biancaneve è una madre esausta, Jasmine diventa una guerrigliera. Goldstein denuncia così l’illusione di un mondo perfetto, al confronto di tematiche reali come l’invecchiamento, la malattia e la guerra.
L’interesse per la rilettura iconografica emerge anche in Gods of Suburbia, una serie che indaga il ruolo della religione nella società contemporanea, e in Last Supper, East Vancouver, dove l’artista reinterpreta l’Ultima Cena di Leonardo da Vinci trasportandola in un contesto urbano marginale, riflettendo sulle contraddizioni e le difficoltà della comunità del Downtown Eastside di Vancouver.
Dina Goldstein ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui il premio speciale Arte Laguna nel 2012 e il Prix Virginia nel 2014, confermandosi come una delle voci più interessanti della fotografia contemporanea.
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