Spettri di famiglia. Ulrich Lebeuf al Foto Festival Ragusa 2023
Abbiamo incontrato il fotografo Ulrich Lebeuf, già direttore artistico del festival fotografico di Tolosa, trovatosi in Sicilia ospite del Ragusa Foto Festival per presentare un lavoro intimamente connesso all’Italia. <<Ho passato vent’anni da fotogiornalista a inseguire e catturare ciò che è vero>> ha esordito l’autore, <<fino a che adesso, a cinquant’anni, mi sono reso conto che è più importante per me far nascere riflessioni e domande in chi guarda, più che dare risposte. È così che ho deciso di fare un libro su mia mamma>>.
Lebeuf ha proseguito con commozione raccontando che la madre Charlotte, nata in Francia da padre campano, fu lasciata dal padre nel pressi di Napoli da bambina: <<Alla fine delle vacanze, considerato giunto al termine il legame paterno, lasciò Charlotte in affido a una zia affettuosa e allo spaventoso burbero marito Torcile, bestia imprevedibile che andava su tutte le furie alla minima contrarietà e, quando aveva la mano troppo pesante, finiva per mandare la famiglia in farmacia a farsi medicare. Durante gli anni della giovinezza, marcati da queste violenze, dalla solitudine e dall’abbandono, l’universo di Charlotte si rabbuiò e tutte queste immagini andarono ad accumularsi nei recessi della memoria. Torcile (forse piuttosto “porcile” o “porcello” NDR) che nel linguaggio famigliare napoletano si potrebbe tradurre con “porco”, si ostinava nel dettar legge sul proprio mondo, proibendo alle donne di andare in bicicletta e continuando a inviare regolarmente la famiglia a rimarginare le ferite dal farmacista>>, scrive Jean-Paul Dubois nella prefazione al lavoro.
Dopo varie vicissitudini sarà Lebeuf ultraquarantenne, l’ultimo di quattro figli, a riportare la mamma a Napoli e a cominciare un progetto fotografico molto singolare, fatto più che di immagini, di frammenti di un discorso color carbone, in cui oggetti e dettagli vengono scandagliati, ingranditi, mutilati, rubati, mossi, sfuocati a formare un potente nebuloso insieme che riflette quel misto di detto e non detto presente in ogni nucleo familiare dove si formano le nostre prime relazioni. Ed è proprio all’insegna del tema “Relazioni” che si è aperto il periodo in cui Ragusa offre mostre, conferenze sotto il grande pino della rotonda e letture portfolio tra i corridoi del convento. Fautori dell’iniziativa sono stati gli organizzatori del Ragusa Foto Festival, una kermesse che mette insieme professionisti e dilettanti, visitatori locali e ospiti internazionali. “Anche quest’anno, come per le passate edizioni, le giornate inaugurali sono state occasione di confronto e di approfondimento sulle evoluzioni della fotografia contemporanea. Nonostante le enormi difficoltà e i disagi causati dall’incendio dell’aeroporto di Catania si riconferma sempre l’armonia vissuta negli anni e le nuove sinergie che allargano la nostra comunità>> ci ha detto Stefania Paxhia, ideatrice e direttrice del festival.
Le mostre, in tre sedi espositive ricavate dentro storici palazzi barocchi, continuano fino al 27 agosto e vedono protagonisti Davide Monteleone, Alessandra Calò, Mari Katayama, Francesco Zizola, Ruben Brulat, Lisa Sorgini, Federica Belli, Carlotta Vigo, Andrea Camiolo. Centro logistico del weekend inaugurale è l’Antico Convento dei Cappuccini. Il curatore e direttore artistico del festival è Claudio Composti che ha scelto il libro di Lebeuf, dicendosi orgoglioso di essere il primo a presentare l’opera in Italia, in un assolatissimo Sud, non dissimile da quello in cui ha origine la ricerca del coraggioso vulnerabile collega.
https://www.editionsdejuillet.com/en/products/spettri-di-famiglia
https://www.ragusafotofestival.com/
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