Segno di un distacco dal reale, la figura concentrica diventa, per Roberto Floreani, un dato pittorico fine a sé stesso, un’immagine astratta svincolata da un qualsiasi rapporto con la realtà referenziale. L’astrazione razionale viene infatti trascesa per suggerire, al di là della simbologia tradizionale delle forme, la presenza di un mondo autonomo e indipendente, nato da una riflessione del tutto personale dell’artista.
La sovrapposizione delle forme geometriche, a volte alternate ritmicamente a foglie stilizzate, appare quindi come una costruzione ardita, intimamente concentrata su sé stessa nel rifiuto del rimando elementare all’attualità della forma. L’opera dimentica la filiazione reale per focalizzarsi esclusivamente sul risultato, sulla riuscita del distacco progressivo dal referente.
Questa astrazione dal reale avviene a prezzo di un lungo lavoro di riflessione sulle capacità comunicative degli oggetti e dei
Quest’essenzialità dell’opera si contrappone al suo spessore concreto, frutto di più strati pittorici sovrapposti e gettanti sulla superficie della tela. Contrappasso simbolico, se pensiamo alla riduzione formale a poche figure geometriche, ma anche mezzo di coinvolgimento dello spettatore, che partecipa virtualmente al mondo creato dall’artista. La profondità dei piani posti in prospettiva favorisce, infatti, la fruizione dell’opera che sembra venirci incontro per immergerci in un mondo astratto e geometrico, dall’indubbia forza comunicativa.
marta di benedetto
mostra vista il 2 giugno 2003
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