L’OPOSSUM DELLE IDEE IMPLICITE Disegno a inchiostro di china, matita bianca e gesso liquido bianco su carta, 2023 cm 33 x 24 Questi animali trascorrono l’intera loro vita aggrappati al corpo dell’ospite e, per corpo, intendo proprio tutto il corpo, comprendendo quelle parti che siamo tentati di considerare come “interne” al corpo e - per questo – meno concrete e quasi separate: le Forme Mentali, le Cose Risapute, le Strutture Sottese e le forme della Sintassi Naturale, che tanto “naturale” non è mai stata.
Il colibrì narrante, l’opossum delle idee implicite, la scimmia delle erbe alte e altri 400 animali assolutamente inesistenti eppure anche, in un certo senso, molto vicini a noi, alle nostre attitudini, ai comportamenti quotidiani che caratterizzano la nostra socialità e la nostra sfera privata. Dove trovarli? Naturalmente, nel De Bestiarium Naturis di Andrea Carlo Pedrazzini: le opere dell’illustratore visionario, noto per i suoi lavori per le riviste storiche Alfabeta e La Gola ma anche per il Sole 24 Ore e l’Unità, oltre che per Esquire, Millionaire e la Stampa, saranno esposte a Casa Bucci di Pesaro, nell’ambito del programma della Capitale italiana della cultura 2024, dal 14 luglio al 20 ottobre. In mostra, Disegni fantastici, racconti immaginari e piatti illustrati, in linea con il concept di Pesaro 2024, La Natura della Cultura: potremo così addentrarci in un avvincente safari immaginario fra gli animali tratti dal Bestiarium in 999 capitoli di Pedrazzini.
Realizzata con il contributo del Comune di Pesaro, l’esposizione è un progetto di Società dell’Uso Associazione Culturale, nata per diffondere la conoscenza dell’opera del maestro ceramista Franco Bucci, nell’ambito di Tempra 2024, progetto di valorizzazione di oggetti e memoria custoditi a Casa Bucci ma anche della filosofia di vita che ha reso la famiglia Bucci fulcro di incontri tra artisti, creativi e intellettuali, all’insegna dello scambio e della convivialità.
Oltre all’Archivio Franco Bucci, tra i più importanti ceramisti e designer del secondo novecento, Casa Bucci ospita anche l’Archivio di Gianni Sassi, ideatore della rivista di letteratura Alfabeta nel 1979, alla quale ha collaborato anche lo stesso Pedrazzini. Allestita negli spazi che hanno ospitato la fabbrica di ceramica di Bucci per quasi mezzo secolo, la mostra del Bestiarium dunque unisce memoria del passato e contemporaneità.
L’artista, nato a Milano nel 1958, lavora al progetto dal 2000 e ha realizzato centinaia di disegni a tratteggio e a inchiostro di china, che con il tempo si sono espansi in altre opere, letterarie, artistiche e multimediali. In questa occasione, verranno presentate anche la serie di sei piatti in grès in tiratura limitata (150 esemplari prodotti da Casa Bucci) e la colonna sonora di Leonardo Panni aka Marter, giovane musicista pesarese, appositamente composta per l’evento e diffusa da una sua installazione. In occasione dell’inaugurazione di domenica, 14 luglio, alle 19 è prevista inoltre la lettura dei recentissimi Racconti Scelti di Pedrazzini, tratti dal volume Il Pianeta Somigliante (2024), legato al bestiario ed esposto a corredo.
«Plutarco, nei suoi Moralia, dedica alcuni scritti agli animali. Ai sentimenti di fedeltà, di solidarietà e di empatia nei confronti di tutti gli animali, propri di Plutarco, nei disegni di Pedrazzini si aggiunge un atto di ribellione», si legge nel testo di Massimo Rizzante. «Gli animali di Pedrazzini, infatti, non esistono in natura. Quali proprietà potranno mai possedere animali che non fanno parte del nostro mondo? L’infinità varietà della natura, grazie al gesto di rivolta dell’artista, sperimenta l’infinita varietà della fantasia: come se nei disegni di Pedrazzini la fantasia volesse continuare il gioco della natura, come se per Pedrazzini nulla potesse davvero essere visto e compreso in natura senza la forza della fantasia», continua Rizzante.
«Da questi sublimi tratteggi, da questo bizzarro-grottesco così finemente coltivato, da questa cultura di inchiostro che ritrova l’etica dell’amanuense, deriva forse anche una speranza: sia, questo nero dai molti neri, il luogo in cui la differenza permane, e i diversi creano, e la diversità si rende poesia», è il commento di Antonio Faeti.
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