La Galleria Karsten Greve inaugura la stagione con una mostra dedicata all’opera grafica dell’artista americana, ma francese di nascita, Louise Bourgeois.
Sono esposti una ventina di disegni realizzati tra gli anni Quaranta e gli anni Novanta, che ripropongono i temi cari all’artista: case, forme organiche evocative di frammenti disincarnati e ibridi di corpi umani – occhi, seni, volti – a volte combinati con parole. I colori, prevalentemente rosso e nero, simboleggiano rispettivamente la passione e l’amore, l’angoscia e la morte; i sentimenti che muovono la sua creatività. Oltre ai disegni è esposta una serie di quattro acqueforti realizzate quest’anno, che riprendono alcune recenti sculture. La mostra offre, nonostante il numero limitato dei lavori esposti, una panoramica sull’opera grafica dell’artista, produzione, purtroppo, poco conosciuta. E’ interessante vedere come, in questi disegni, l’artista rielabori originalmente e in modo immediato i temi che ricorrono nelle sculture: il corpo, la femminilità, la sessualità, l’amore. Non per questo la grafica va considerata in funzione subordinata: i disegni e le stampe hanno una gran forza espressiva, non inferiore alle più spettacolari realizzazioni scultoree e installazioni.
Louise Bourgeois nasce a Parigi, nel 1911. Apprende i primi rudimenti di disegno nel laboratorio per il restauro degli arazzi della famiglia, dove si occupa del ripristino delle parti mancanti. Studia arte all’Ecole des Beaux Arts a Parigi e in alcuni atelier di noti artisti, tra cui quello di Fernad Léger.
Nel 1938 si trasferisce a New York col marito statunitense Robert Goldwater. Qui inizia la sua carriera artistica, entrando a far parte della New York School, che riuniva personalità come Pollock, De Koonig, Kline e instaura rapporti d’amicizia con alcuni artisti europei trasferitisi negli Stati Uniti a causa della seconda guerra mondiale: tra tutti Duchamp, Le Corbusier, Mirò.
Le sue prime sculture, in legno dipinto, riproducono forme astratte e geometriche che nel corso degli anni Cinquanta diventano sempre più articolate, per passare, nel decennio seguente, a forme antropomorfe e organiche, focalizzate sulla rappresentazione del corpo e della sessualità che rimarranno i temi privilegiati del suo lavoro.
Rossella Moratto
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