Categorie: Giro del mondo

Collezionisti per Impressionisti

di - 29 Gennaio 2019
Il museo Marmottan Monet coerentemente con la sua ragione fondativa, donazione del lascito di Claude Monet, propone un nuovo contributo alla diffusione della conoscenza del patrimonio artistico di collezionisti privati (in questo caso trenta da Europa, Stati uniti e America latina) con “Collections privées: un voyage des impressionnistes aux fauves”, una mostra di artisti da Monet a Matisse.
La selezione delle opere (che si presume complicata dalle difficoltà della reperibilità e disponibilità dei proprietari) scaturisce dalla grande sensibilità e competenza di Marianne Mathieu e Claire Durand-Ruel Snollaerts le storiche dell’arte commissarie della mostra che hanno scelto un percorso che affianca con pari dignità protagonisti e artisti meno celebrati, individuando opere di grande interesse e singolare qualità.
La mostra, contenuta come di solito al Marmottan, con una sessantina di opere – in gran parte pitture ma anche disegni e sculture – propone, per i tre temi principali paesaggi, ritratti e nature morte, delle sorprese affascinanti. I ritratti di Lautrec qui riuniti offrono un aspetto dell’artista maturo e complesso, alcuni paesaggi di Monet come l’olio risplendente Les Pyramides de Port-Coton, effet de soleil del 1886 che apre il percorso della mostra e Villas à Bordighera del 1884 evadono dalla costante sua riconoscibilità; di Matisse emerge la profonda radice impressionista nei due abbozzi di Belle ile en mer del 1896 e Caillebotte, con La Berge du Petit Gennevilliers et la Seine del 1890 e le numerose altre opere, appare nella sua giusta importanza come alcuni minori che danno prove di sé di alto valore.
Solo per alcune si rende noto il nome dei proprietari; per esempio sono del messicano Perez Simon Les lauriers roses. Le jardin à l’hôpital à Saint-Rémy del 1889 di Van Gogh, il Nu debout, de profil di Pierre Bonnard del 1905 e delle due tele di Édouard Vuillard (tra le numerose presenti) La Partie de Bridge au clos Cézanne del 1923.
Di Isabelle e Scott Black sono il sorprendente La régate del 1892 del belga Théo van Rysselberghe, uno dei maggiori rappresentanti del puntinismo e Deux femmes faisant leur lit di Toulouse Lautrec del 1891.
L’Onyx art collection presta La blanchisseuse del 1887 di Toulouse Lautrec e l’associazione Amici del Petit Palais di Geneve l’iperrealistico Le Pont de l’Europe di Gustave Caillebotte; della collezione Nahmad di Montecarlo Femme rousse assise dans le jardin de M. Forest di Toulouse Lautrec del 1889 e dalla collezione di Daniel et Laetitia Malingue Les falaises d’Yport del 1892 un’anticipazione fauve di Émile Bernard che magicamente richiama la continuità del percorso delle avanguardie di fine ottocento.
Fra le opere dei collezionisti privati rimasti anonimi: Chrysanthèmes rouges un raro Monet del 1880 e in ultimo lo struggente Nature morte à l’Espérance del 1901 di Paul Gauguin (da poco acquistata da un anonimo italiano) una delle quattro tele dipinte in omaggio a Van Gogh e questa anche al suo maestro Puvis de Chavannes e alla sua tela l’Espérance di cui cita la fanciulla in uno schizzo poggiato dietro la cassetta con dei girasoli un po’ disfatti.
François-Marc Durand collezionista, banchiere, pianista nel prestare il bellissimo tardo Pierre Auguste Renoir del 1901, ritratto di Madame Josse Bernheim-Dauberville appena acquistato per un milione di sterline e mai finora esposto, rilascia una dichiarazione che può leggersi come una testimonianza chiave sul senso e gli obblighi  del collezionismo privato: «La realizzazione di un sogno – racconta – è un dipinto di Renoir perché ho sempre desiderato di averne uno a casa», e parlando semplicemente della sua collezione (possiede tra l‘altro un Cezanne, un Pissarro e un Kokochka) dichiara che accettare di prestare il Renoir, uno dei suoi preferiti, senza alcun compenso in cambio perché «è bene farlo, è necessario rendere le proprie opere fruibili dal pubblico. Chi ha la possibilità di guadagnare soldi, dovrebbe anche contraccambiare».
Giancarlo Ferulano

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