Categorie: Giro del mondo

Demoliti i distretti dell’arte di Pechino

di - 18 Luglio 2019
A Pechino centinaia di artisti sono stati costretti a lasciare i propri studi a causa di un piano di demolizioni. È accaduto lo scorso 10 luglio, nel Distretto Artistico di Luomahu, quando gli artisti hanno dovuto lasciare il distretto scortati da poliziotti in tenuta antisommossa: avevano ricevuto un preavviso 7 giorni prima. Gli sgomberi erano cominciati già il 7 luglio, quando circa 30 poliziotti, senza alcun preavviso, avevano proceduto allo sfratto di numerosi artisti nel Distretto Artistico di Huantie. Quali sono state le motivazioni addotte? Lo stesso giorno dell’inizio degli sgomberi, le autorità hanno dichiarato che queste azioni sono da inserirsi nel programma di repressione del crimine organizzato da parte del governo cinese. L’avviso collega gli artisti a “problemi di sicurezza” e “fattori instabili”. Canon Duan, artista di base a Huantie riferisce che agli abitanti del distretto sono stati dati 7 giorni per svuotare i propri studi, mentre nel frattempo sono state proibite fotografie e consegne di pacchi sia da asporto che espressi. L’artista commenta «Non siamo preparati affatto a questo. Nessuno ci ha spiegato cosa stia accadendo». Non è la prima volta che capita una situazione del genere. Lo scorso anno, infatti, il distretto Caochangdi è stato improvvisamente sgomberato per essere demolito e consentire la costruzione di una linea ferroviaria. Molte gallerie sono state costrette alla chiusura. Ma ancora: nel 2017 il distretto di Huantie è stato parzialmente raso al suolo, mentre altri distretti della città di Pechino come Dongying, Sunhe, Suojiacun e Heiqiao sono stati distrutti negli ultimi 10 anni. Demolizioni con piccoli preavvisi, o spesso senza notifica, sono comuni a Pechino e i funzionari sono soliti addurre a motivazioni come infrazioni legali relative all’utilizzo del suolo. La motivazione per azioni di questo tipo resta al momento quella della campagna del governo contro il crimine organizzato, tuttavia gli artisti e i galleristi coinvolti negli sgomberi ipotizzano che questi atti siano da collegarsi ai progetti di riqualificazione e gentrificazione sanciti dal governo in tutta la capitale. (Veronica Cimmino)

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