Categorie: Giro del mondo

Il Lofoten International Art Festival

di - 31 Agosto 2017
C’è chi si diverte a predire il futuro e c’è chi quel futuro lo rende realtà. Anche se solo per pochi giorni. Complici degli artisti, non degli scienziati. Diamo allora un’occhiata rapida e indolore a quello che ci aspetta? Non preoccupatevi, non sarà necessaria alcuna macchina del tempo, per ora. Il futuro è approdato, infatti, a Lofoten, l’arcipelago di sette isole sulla costa nord-occidentale della Norvegia, all’interno del Circolo polare artico. Molti lo descrivono come il paradiso incontaminato del Nord. Ed è proprio qui che, il 1° settembre, si inaugurerà la nuova edizione del Lofoten International Art Festival (LIAF), organizzato dal North Norwegian Art Centre (NNKS), a cura di Heidi Ballet e Milena Hoegsberg. L’edizione 2017 si svolgerà fino al 1 ottobre in un villaggio di pescatori dell’arcipelago chiamato Henningsvær (nella foto in alto). Di piccole dimensioni, con i suoi 460 abitanti. Ma decisamente elevato è il suo potenziale per l’edizione del Festival di quest’anno. La sua posizione, infatti, anticipa e sintetizza il tema principale scelto per la manifestazione. Nonché il suo obiettivo. Quello cioè di sensibilizzare i visitatori sulla preservazione dell’ambiente. Il tutto attraverso la proiezione di scenari futuribili quanto verosimili, che ci attendono dietro l’angolo, o quasi. Promuovendo la collaborazione di artisti internazionali, i curatori hanno deciso di mettere in scena il futuro, tra visioni talvolta apocalittiche, in alcuni casi ancora foriere di speranza, strizzando l’occhio persino ai romanzi di fantascienza. Il tutto in simbiosi con ricerche approfondite sul tema e sotto il comune denominatore del titolo di questa edizione: “I Taste the Future”. Sì, un assaggio del futuro che verrà tra 150 anni, soffermandosi in particolare sul problema della preservazione e protezione dell’ecosistema degli oceani e dei mari. Un tema centrale sia per la sussistenza degli abitanti stessi delle isole Lofoten, la cui economia si fonda sulla pesca del merluzzo, sia per l’intero ecosistema del pianeta, minacciato dal riscaldamento globale. È da 200 anni, infatti, che non si registravano così elevate temperature dell’acqua degli oceani e dei mari. Fino al 1° ottobre si svolgerà, giorno dopo giorno, un programma denso di eventi, conferenze, proiezioni di film e perfomances site-specific. Perché il mare come gli oceani non sono semplicemente territori con confini nazionali da vigilare. Ma una fonte essenziale di risorse da preservare. Il Festival culminerà con la promulgazione del “The Henningsvær Charter”, tradotto letteralmente “lo Statuto di Henningsvær”, ossia un vero e proprio ordinamento scritto da un collettivo di artisti, scienziati e ricercatori per la salvaguardia degli oceani, redatto in collaborazione con TBA21–Academy, Trondheim Academy of Fine Art e il dipartimento di ricerca strategica nelle aree oceaniche dell’Università Norvegese di Scienze e Tecnologia (NTNU). A offrire il proprio contributo un nutrito parterre di artisti di rilievo internazionale che comprenderà: Pia Arke & Anders Jørgensen, Eglė Budvytytė, Youmna Chlala, Jimmie Durham, Ho Tzu Nyen, Daisuke Kosugi, Marysia Lewandowska & Neil Cummings, Adam Linder, Ann Lislegaard, Elin Már Øyen Vister, Mondo Books, Michala Paludan, People’s Kitchen Tromsø, Sondra Perry, Lisa Rave, Lili Reynaud-Dewar, Fabrizio Terranova, Silje Figenschou Thoresen e Filip Van Dingenen. (Gaia Tirone)
Fonte: e-flux

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