Ne Le vie dei canti (altro libro consigliatissimo), Bruce Chatwin scrive di come gli aborigeni australiani usino il canto per mappare il territorio nella quale si muovono, trasmettendo così, di generazione in generazione, una cartografia virtuale e identitaria. Allo stesso modo si comporta il progetto editoriale The Passenger, pubblicato da Iperborea, che attraverso reportage, racconti e fotografie sposta la lente attraverso il globo, concentrandosi su città, nazioni o specifiche aree geografiche. È il caso dell’ultimo numero, uscito a inizio estate, dedicato interamente alle Alpi, il punto di sutura che tiene saldamente ancorato lo Stivale all’Europa centrale. L’arco alpino, candido se visto dal satellite o bruno se rappresentato sulle carte fisiche, viene qui delineato da diversi punti di vista che testimoniano il suo sostrato variegato, arricchito dalla commistione tra i paesi che vi si affacciano e un ambiente naturale che non perde il suo affascinante aspetto selvaggio.
Gambe in spalla, il viaggio attraverso le Alpi inizia con Marco Albino Ferrari, che invita a spingere lo sguardo oltre le coordinate geografiche e la verticalità, proponendo inoltre alcuni cammini da appuntarsi per uscire dal mainstream tracciato turistico. Le gambe, o meglio le zampe, in movimento nel testo di Anna Sustersic sono quelle di Slavc, il lupo che, dopo migliaia di chilometri, si ferma in Lessinia e trova la sua Giulietta. Nel suo racconto, Paolo Cognetti fa parlare i fantasmi del passato per ricostruire l’inaugurazione della Capanna Margherita al cospetto dell’omonima regina, rifugio che tra qualche anno potrebbe subire gli effetti dello scioglimento del permafrost. A risentire dell’influenza del cambiamento climatico, infatti, sono in primis proprio le Alpi, che si scrollano pericolosamente di dosso ghiacciai e nevi con sempre maggiore frequenza, costringendo il turismo sciistico a reinventarsi, come scrive Maurizio Dematteis.
In questo senso nascono nuove soluzioni anche nel settore agroalimentare, laddove le sperimentazioni vengono applicate alla produzione vinicola. In questi luoghi apparentemente incontaminati, non retrocede il lungo braccio delle industrie, che spingono per aprire una nuova centrale idroelettrica, contrastate dagli attivisti. Ma alternative sostenibili sono possibili, sia per ripopolare zone abbandonate perché al di fuori del paesaggio-cartolina, sia per contrastare l’overtourism dilagante che relega le cime puntute a mera cornice, facendoci dimenticare la loro cristallina bellezza.
Educare a un nuovo sguardo, coinvolgere la cultura e affidarsi a chi queste montagne le conosce e le rispetta è quindi essenziale. Come Anna Torretta, alpinista, scrittrice e campionessa di arrampicata sul ghiaccio che ci conduce, insieme al suo “passeggero”, sul Dente del Gigante incastonato nel massiccio del Monte Bianco, l’unica donna a lavorare per la Società delle guide alpine. «L’uomo ha bisogno più che mai di un ritorno alla natura» suggerisce Torretta, «Ma la montagna, come il mare e le coste, non deve più essere plasmata in funzione delle nostre esigenze. Siamo noi che dobbiamo imparare a essere ospiti».
Lettura per me ormai imprescindibile per conoscere al meglio una meta che si sta per raggiungere, per volare con la fantasia a luoghi desiderati o per appagare la sete di conoscenza, i volumi di The Passenger sono capaci di creare una melodia scritta, che come nel caso dei canti aborigeni, ricreano una topografia che invoglia a un turismo più consapevole e meno usa e getta.
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