Finalmente il Catalogo ragionato di Fontana. Non è tuttavia il primo…
Il mio nuovo Catalogo ragionato è in effetti la terza edizione, assai accresciuta e rinnovata, di quello pubblicato nel 1974 a Bruxelles da La Connaissance, e la cui seconda, arricchita nella documentazione, ha edito Electa nel 1986.
Cos’ha reso necessaria questa nuova edizione?
Il Catalogo di Skira è accresciuto dei molti ritrovamenti degli ultimi 20 anni, rinnovato nelle fonti dell’apparato iconografico, aggiornato nella documentazione, corredato da un nuovo mio saggio rispondente anche a quanto emerso nella ricerca negli ultimi decenni (da parte di una nuova generazione di studiosi, a cominciare da Paolo Campiglio). È nato poco dopo la scomparsa di Lucio (1968), riordinando il materiale iconografico accumulato nel suo studio, arricchito da una sistematica ricerca in pubbliche collocazioni e dal materiale affluito da collezionisti e gallerie nell’Archivio Fontana, subito costituito da Teresita Rasini Fontana, la vedova. Dalla quale ho avuto allora l’incarico di redigere il catalogo generale della sua opera.
Una storia almeno trentennale dunque…
La scelta di Teresita fu motivata da un’amicizia che risaliva -io giovanissimo- al 1957 [si veda Crispolti, Carriera “barocca” di Fontana. Taccuino critico 1958-2004 e Carteggio 1957-1967, Skira, Milano 2004, n.d.r], ma in particolare dal fatto che nel 1959, in misura galleristica a L’Attico di Roma, e nel 196
Aldilà della questione dell’autenticità, c’è il problema del metodo, fondamentale in questa tipologia di lavoro.
È un problema che mi sono posto subito. Ogni catalogo richiede infatti un’impostazione diversa. Per esempio, semplicemente cronologica nel caso di Guttuso. Mentre nel caso di Fontana, fino al 1949 unitariamente scultore (tuttavia sia figurativo che astratto al tempo stesso a metà anni ‘30), è subito apparso importante sottolineare la compresenza di modi differenziati nei ‘50 e poi negli anni ‘60 fortemente differenti. Ho perciò dato al catalogo un’impostazione prima in continuità di scultore (ma distinguendo anche tra filoni spaziale e figurativo sacro, all’inizio dei ‘50), poi distinguendo invece sull’asse cronologico i diversi cicli, come li aveva identificati Fontana medesimo. Fin dall’edizione 1974 ho ritenuto cioè importante un metodo catalogico che agevolasse una comprensione profonda della sua intima motilità inventiva. Entro tale struttura per cicli, la documentazione del catalogo ragionato è cresciuta fino all’edizione attuale, del tutto rinnovata ma in stretta continuità con le due precedenti: medesima la configurazione dei cicli,
In poche frasi, come “difenderebbe” il suo Catalogo generale di Fontana?
Un catalogo generale costituisce un fondamentale strumento di conoscenza storico-critica e al tempo stesso di difesa collezionistico-mercantile dell’opera di un artista. E tanto più se “ragionato”, come fin dall’origine questo di uno degli artisti italiani del XX secolo più valutato e ricercato, e presente in musei di tutto il mondo. Di ogni opera, oltre la riproduzione, vi si offre una scheda con chiarimenti su titolo, data, firma ed eventuali scritte, tecnica e supporto, misure, collocazione attuale, proprietà precedenti, storia espositiva e bibliografia dell’opera, aste, eventuali note di riferimento. Credo costituisca un modello catalogico, non soltanto sulla scena storico-critica europea.
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