Categorie: Libri ed editoria

libri_saggi | Gerhard Richter | (mit press 2009)

di - 22 Febbraio 2010
Si apre e si chiude con due lunghe interviste di Benjamin
H. D. Buchloh a Gerhard Richter, datate rispettivamente 1986 e 2004, la monografia
dedicata al tedesco dalla collana October Files. Una collana che, com’è evidente
dal nome, è frutto dell’impegno degli studiosi raccolti intorno alla
celeberrima rivista e che finora ha sfornato dieci volumi, contando quello su Richard
Hamilton
, curato da Hal Foster e la cui
uscita è prevista per il prossimo marzo. Va da sé che i libri raccolgono in
parte articoli pubblicati sulla stessa rivista e sono concepiti per indagare
l’opera di artisti del secondo dopoguerra che “have altered our
understanding of art in significant ways, and they have prompted a critical
literature that is serious, sophisticated, and sustained
”.
“Sofisticata” è senza dubbio l’intervista del 1986, nella
quale emerge con forza un approccio che non esitiamo a definire “aggressivo” da
parte di Buchloh. Il quale recita in completo agio la parte del critico che in
ogni modo tenta di forzare l’interpretazione delle opere, anche quando
l’artista lo smentisce. È un corpo-a-corpo ermeneutico che, se sulle prime può
sembrare addirittura ridicolo, ha per lo meno il pregio di sottolineare il
fatto che l’artista non sempre – e nemmeno spesso – ha il polso della propria
opera e della sua lettura.

Si comincia dunque con l’impressione di Richter in visita alla
Documenta del 1958, quando vede per la prima volta i lavori di Pollock e Fontana. Effetto di ben altro genere gli
fa Manzoni, un
commentary
che “non era pittura”. Ma, d’altro canto, Richter sottolinea la sua distanza dalla
pittoricità incarnata da un Cézanne (è quel che Hal Foster, nel suo saggio, definisce “desublimazione
della pittura
”,
mentre Sianne Ngai arriva a coniare il neologismo “stuplime”, crasi di ‘stupid’ e ‘sublime’, in riferimento all’Atlas di Richter), ed è per ciò che una
delle costanti nel suo lavoro è la pittura realizzata a partire da fotografie
(in bianco e nero, perché più “dirette” e “inartistiche”). Ed è proprio su questa
presunta contraddizione – quella fra l’attrazione di Fluxus e Warhol da un lato e la pratica pittorica
dall’altra, fra un “impulso anti-estetico” e la posizione “pro-pittura” mantenuta nel corso degli anni,
che si acuisce il diverbio fra intervistatore e intervistato.
E se l’esito più scontato che si potrebbe immaginare è una
“deriva” verso l’astrazione, Richter ancora una volta stupisce: sia per le sue
critiche a quest’approccio (“arte devozionale”, la definisce) che per l’aver
effettivamente realizzato parecchi dipinti che è arduo non definire astratti –
per non dire dei monocromi -, sebbene sia noto soprattutto per le sue opere
“figurative”. Un’aporia che probabilmente è, se non risolta, almeno
“illustrata” dal seguente statement relativo al ruolo che il caso gioca nei suoi lavori: “It’s
a chance that is always planned, but also always surprising
”.

È ancora Foster a sintetizzare
chiaramente la questione: “The debasement of pictorial content on the ne
hand, the preservation of pictorial form on the other, renders his painting
intensely ambiguous, at once critical and formal, critical
because formal”. In altre parole, Richter supera
queste distinzioni categoriali, in direzione della “semblance”, che non è la somiglianza
rappresentativa e nemmeno la sua negazione astrattiva: “Semblance
comprehends both modalities
”, scrive ancora Hal Foster, “because it concerns the very nature
of appearance, and it is the phenomenon taht concerns Richter above all else
”.
Parafrasando e rispondendo ad Adorno, è ancora possibile
fare pittura dopo Auschwitz.


articoli
correlati

L’Atlas
di Richter

marco
enrico giacomelli

*articolo
pubblicato su Exibart.onpaper n. 63. Te l’eri perso? Abbonati!



Benjamin
H. D. Buchloh (ed.) – Gerhard Richter

Mit Press, Cambridge
(mass.)-London 2009

Pagg. 189, $ 17,95

ISBN 9780262513128

Info:
mitpress.mit.edu


[exibart]

Articoli recenti

  • Design

Ephemera, il nuovo bazar di design del Labirinto della Masone

Al Labirinto della Masone di Fontanellato ha aperto Ephemera il bel bazar, uno store dedicato al design e all’artigianato contemporaneo:…

6 Maggio 2024 17:18
  • Mostre

Esposta ad Arezzo la collezione di arte astratta e informale di Intesa Sanpaolo

La collezione di arte astratta e informale italiana di Intesa Sanpaolo in mostra al Museo dell’Antiquariato di Arezzo, in un…

6 Maggio 2024 12:20
  • Progetti e iniziative

Mark Bradford e Rio Terà dei Pensieri: cooperazione per il riscatto sociale

Dal 2016, l'artista americano Mark Bradford e la Cooperativa Sociale Rio Terà dei Pensieri hanno dato vita, a Venezia, a…

6 Maggio 2024 10:20
  • Teatro

In Scena: gli spettacoli e i festival della settimana, dal 6 al 12 maggio

Una selezione degli spettacoli e dei festival più interessanti della settimana, dal 6 al 12 maggio, in scena nei teatri…

6 Maggio 2024 9:25
  • Design

BIG: arriva a Milano la prima Biennale Internazionale Grafica. Tutti gli appuntamenti

BIG Biennale Internazionale Grafica è il festival dedicato al design della comunicazione e alle culture visive, alle prese con le…

6 Maggio 2024 8:13
  • Mercato

30 anni della super galleria David Zwirner

Il colosso David Zwirner festeggia il trentesimo anniversario con una nuova sede a Los Angeles e la mostra “30 Years”.…

6 Maggio 2024 6:00