I lemuri, piccoli animaletti dagli occhi grandi, sono in grado di cantare e ballare? E in che modo uno “scarabocchio” diventa un segno fondamentale per imparare ad esplorare territori ignoti della nostra mente? Uanta importanza La casa editrice Corraini Edizioni, vero e proprio laboratorio creativo dagli anni Settanta, cerca di rispondere a queste domande con i suoi due nuovi libri, in uscita tra fine ottobre e inizio novembre: Sulla vita dei lemuri – breve trattato di storia naturale, di Andrea Antinori, e Munari per Rodari – Segni sghembi, sghiribizzi, macchie, colori e scarabocchi.
Il piccolo trattato naturalistico di Antinori è popolato da tondi occhietti curiosi che fissano il lettore in un divertente quanto magnetico scambio di sguardi. Fin dalla prima pagina, l’autore ci introduce ai suoi personaggi pelosi attraverso un racconto in cui, lui stesso precisa, «Non è che sia proprio tutto falso, ci tengo a dirlo, ma non è neanche tutto vero», collocandolo a metà strada tra una storia inventata e un libricino scientifico.
Da oltre 50 milioni di anni, questi buffi animaletti popolano il pianeta Terra, prima stabilendosi in Africa e poi emigrando a bordo di un capodoglio o su «trochi, rami e ceppi» nel lontano Madagascar, dove hanno potuto vivere indisturbati fino all’arrivo dell’uomo. Con teneri disegni a matita colorati, Antinori, classe 1992, ci guida alla scoperta della storia e delle bizzarre abitudini di questi animaletti, facendoci affezionare alle loro lunghe code striate e avvertendoci sul grave rischio di estinzione che, per l’ennesima volta, le nostre mire espansionistiche minacciano un’altra preziosa specie animale.
Il secondo libro in uscita da Corraini, Munari per Rodari, sancisce ancora una volta il longevo sodalizio del pioniere del design italiano con il mitico scrittore di racconti intramontabili, oltre che con la casa editrice, per una collaborazione che persiste da oltre vent’anni e che ha visto titoli memorabili, come la collana Block Notes, pubblicata nel 1992.
Questa nuova pubblicazione di Corraini raccoglie e rivela una serie di “segni sghembi e sghiribizzi” di Munari che solleticano l’immaginazione, incitandoci a inventare e fantasticare. Come un manifesto creativo, l’unione delle citazioni dei testi di Rodari e dei disegni munariani danno libero sfogo a immagini e parole facendo scoprire ai più piccoli (e riscoprire ai più grandi) «il piacere dell’invenzione, della fantasia e della creatività». Le filastrocche e i disegni non intendono illustrarci nulla ma, come cita l’introduzione delle primissime pagine, «invitano ad esplorare un universo senza mai dargli forma e senza mai sovrastarlo, diventano accenti, sottolineature e amplificatori dei balli delle parole che nelle filastrocche passano velocemente, anche esse, da astratto (quando Rodari gioca con la scrittura e la “forma” delle parole) a narrativo».
Oltre alle diverse citazioni dei libri del grandioso autore per l’infanzia, gli sghiribizzi di Munari danzano tra diversi scritti: una testimonianza di Antonio Faeti e i testi di Riccardo Falcinelli e Marco Belpoliti sulla storia dell’illustrazione per bambini.
Nell’anno del centenario della nascita di Gianni Rodari, che per “una serie di sfortunati eventi” sembra coincidere anche con l’anno più cupo degli ultimi decenni, la pubblicazione di un libro che con delicatezza e serietà rimarca il valore della fantasia, invitando il lettore a diventare l’autore di nuovi racconti e meravigliose avventure, è senza dubbio un piccolo ma preziosissimo aiuto per ricordarci di lasciarci sempre sorprendere e divertire dal potere della creatività.
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