Ci sono proprio tutti: Gagosian, che sfodera l’artiglieria pesante con Georg Baselitz, Glenn Brown e Helen Frankenthaler – per citarne solo alcuni; Pace, in un dialogo serrato di nomi come Julian Schnabel, Latifa Echakhch e Richard Pousette-Dart; e notiamo da subito una folta la rappresentanza italiana – 20 stand! – che include baluardi come Raffella Cortese, Massimo De Carlo, Galleria Continua, Cardi e Massimo Minini. A pochi giorni dal termine di miart, a Milano, veniamo scaraventati nella frenesia di nuovi booth, in una sfilata incalzante di grandi classici e pionieri contemporanei. Niente male dopo 18 mesi di Online Viewing Rooms, non è vero? La sezione Unlimited, curata da Giovanni Carmine, ha aperto le danze lo scorso lunedì con oltre 60 opere oversize – tra le altre, la Bread House di Urs Fischer (Jeffrey Deitch), Pittura B/GR di Pino Pinelli (A Arte invernizzi), Rosa delicata di Ettore Spalletti (Lia Rumma) e A Brief History of Known di Nari Ward (Galleria Continua). Come da ormai – bella – consuetudine, segnaliamo la partecipazione di 5 gallerie brasiliane grazie al supporto di Latitude, Platform for Brazilian Art Galleries Abroad. E non potevano mancare, ovviamente, i chiacchieratissimi NFT, con gli esemplari presentati da Galerie Nagel Draxler che destabilizzano i collezionisti più conservatori. Fiera, mercato di tendenze, salotto (d’arte) d’Europa. Art Basel, bentornata anche a te.
Dopo giornate di appuntamenti inaugurali, riservati, su invito, la regina delle fiere riapre i battenti oggi – 24 settembre – al suo pubblico internazionale. Frenato, quest’anno, l’arrivo dei collezionisti americani, ma i dati delle prime vendite sembrano non averne risentito particolarmente (No Americans is No Problem, per ripetere le parole di Bloomberg). Qualche numero: dalle indiscrezioni trapelate nel corso della preview, sappiamo che David Zwirner ha già venduto un’installazione di Dan Flavin per 3 milioni; che Gladstone ha trovato un acquirente per un dipinto di Keith Haring, offerto per $5,2 milioni; che Hauser & Wirth ha posizionato The Poet (1975) di Philip Guston per $ 6,5 milioni. Ancora, una scultura in bronzo di Barbara Hepworth è passata a un nuovo proprietario, da Pace Gallery, per $1,2 milioni; e non è da meno Thaddaeus Ropac, che ha collocato un lavoro di Robert Rauschenberg per la modica cifra di $ 4,5 milioni. L’opera più costosa di Art Basel 2021? Secondo Artnet, il dittico Hardware Store (1983) di Jean-Michel Basquiat, offerto dalla galleria Van de Weghe per $ 40 milioni.
C’è tempo fino a domenica 26 settembre per scoprire tutte le novità e le proposte di questa edizione di Art Basel in real life. Nel frattempo, condividiamo con voi alcune immagini e il link alle Online Viewing Rooms – pensate per chi non potrà passeggiare dal vivo tra gli stand della fiera (qui). Buona visita.
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