Enrico Castellani, Superficie rossa, 350,000-450,000£
A Mougins, a pochi kilometri da Cannes, c’era ogni sorta di manufatto antico e contemporaneo. Una sfilza di sarcofagi, di armi e di armature, esemplari iconici dell’arte del Novecento, dalla Venere di Warhol ai cavalli di De Chirico. Li aveva collezionati nel corso degli anni il finanziere britannico Christian Levett – che poi aveva deciso di creare il Musée d’Art Classique de Mougins (MACM), nel cuore della Costa Azzurra, e di esporli tutti lì. Leggi: opere private, ma destinate alla pubblica fruizione. Leggi ancora: filantropia contemporanea. Nel 2023, poi, la svolta: Levett affidava a Christie’s la vendita all’asta dell’intero tesoro, per favorire il ricambio della collezione museale e la creazione di un nuovo spazio, più settoriale, il Female Artists of Mougins Museum (FAMM). Via la testa recisa di Medusa di Damien Hirst per £ 567.000, via l’elmo Guttmann Mouse per $ 1,2 milioni, via il bronzo greco a mo’ di leone, del periodo ellenistico, per $ 327.600. Adesso un altro annuncio ravvicinato che riguarda Levett, stavolta dalla controparte Sotheby’s (nulla a che vedere con la cittadina di Mougins, né con armi e armature): il prossimo 5 marzo, ben 15 lotti appartenuti al collezionista inglese passeranno sotto il martello durante la Contemporary Day Sale di Londra. Una sfilata di maestri del dopoguerra italiano, da Lucio Fontana a Enrico Castellani, per un valore stimato fino a £ 3,3 milioni.
La storia è questa: dopo aver trascorso gran parte della sua vita tra Londra e Parigi, Levett si trasferisce a Firenze e qui approfondisce il suo legame con l’arte nostrana. Anzi, fa di più, inizia ad assemblare una collezione interamente incentrata sui grandi nomi del dopoguerra italiano, li vuole tutti, quasi a tracciare minuziosamente la tensione sperimentale di quegli anni, tra spazio, materia, ridefinizione delle gerarchie tra tela e pittura. E quindi: acquista una Superficie rossa di Enrico Castellani, anno 1963, una tela cremisi estroflessa presente anche nel manifesto della mostra ZERO: Countdown to Tomorrow, 1950s-60s, allestita nel 2015 dal Guggenheim Museum. Iconica, fiammante. E precisamente analoga, per formato e cromia, a due lavori conservati nella collezione permanente della Fondazione Prada a Milano (a proposito di qualità museale). Stima: £ 350,000-450,000.
Non può mancare Fontana, il maestro dello Spazialismo, tra i pezzi forti della collezione made in Italy. Ed ecco Concetto Spaziale, anno 1961: un foro e un taglio solitari che irrompono nella distesa cromatica rosso vivido, circondati da tracce irrequiete, come spasmi febbrili. «Io buco, passa l’infinito da qui». Stima £ 400.000-600.000. Presente all’appello anche Alberto Burri, con Bianco CN4 del 1966 – un’altra ferita, un’altra distruzione attuata per disvelare, stavolta in plastica e fuoco. Appare anche sulla copertina della monografia Alberto Burri (Milano, 1971) di Maurizio Calvesi, vale a dire uno degli studi più completi sull’artista, e si accosta per stile e anni a varie opere custodite nelle maggiori collezioni museali internazionali, tra cui Bianco B, al Solomon R. Guggenheim Museum di New York.
«Collezionare, per me, non significa solo acquisire oggetti, ma anche forgiare un dialogo tra passato e presente, intuizione e cultura», spiega Levett. «È una ricerca guidata dalla curiosità, un viaggio in continua evoluzione che plasma il mio sguardo sul mondo e, a sua volta, come spero di condividerlo con gli altri». Quindi, uno dopo l’altro: passano un Achrome di Piero Manzoni del 1962 (£ 50.000-70.000), 3 ovali rossi di Turi Simeti (£ 15.000-20.000), un cavallo di Marino Marini (£ 200.000-300.000) al vaglio del martello di Sotheby’s, poi ancora Agostino Bonalumi, Salvatore Scarpitta, Pietro Consagra, Mimmo Rotella, Giacomo Manzù. Importante Intersuperficie Curva, Bianca di Paolo Scheggi, l’artista lo realizzò tra il 1967 e il 1968, ai tempi della partecipazione alla Biennale di Venezia («rappresenta uno dei vertici della sua carriera», sottolineano dalla maison). Un’analisi poetica delle dinamiche cromatico-spaziali, un bianco che è ritmico, rigoroso, assoluto. Perenne, sacro. Stima £ 300.000-500.000. «Ogni pezzo che colleziono porta con sé una storia, un frammento di memoria e una visione del futuro». L’appuntamento è a Londra, in New Bond Street, con i grandi nomi del dopoguerra italiano.
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