Avevamo già parlato della prima stagione di Casa Pananti (qui), una webserie da 14 brevi episodi che unisce il linguaggio del reality show e quello del documentario, proponendosi come un’interessante occasione per guardare all’interno del mondo delle aste d’arte.
La seconda stagione, anch’essa sotto la regia di Giovanni Piscaglia, disponibile su Youtube o direttamente dal sito della casa d’aste, si apre proprio con Filippo Pananti, direttore della casa d’aste che cerca di scoprire cosa si cela dietro un’opera dei primi anni di carriera di Amedeo Modigliani, situata in Sardegna. Già dal primo episodio vediamo una collaborazione con la giornalista Tessa Gelisio, che offre il suo aiuto per ricostruire una narrazione coerente. Andando avanti con gli episodi, la storia dietro il dipinto prende forma e la trama si infittisce con tutte le incertezze e i misteri che avvolgono il quadro. Conservato fino ad ora nella casa di Gabriella Meloni, Gabriella si apre al pubblico raccontando storie della sua prozia risalenti al primo Novecento, quando Modigliani intese legami con la famiglia Meloni.
Ma la storia del dipinto di Modigliani non è di certo l’unica, dal quarto episodio di Casa Pananti St.2 l’obiettivo della camera da presa di Giovanni Piscaglia ci trasporta nell’universo di Ottone Rosai, una figura altrettanto iconica nel panorama artistico del Novecento italiano per poi arrivare nel cuore delle colline di Fiesole. Ad attenderci c’è Isabella Bueno, figlia di Antonio Bueno e fondatrice dell’Associazione Culturale Bueno, impegnata a esplorare l’impatto culturale che ebbero il padre e lo zio (Xavier Bueno) sul territorio fiorentino.
Le storie da narrare sono tante e intriganti, dietro a ognuna si intrecciano passione e tanto impegno per la ricerca. Casa Pananti è una serie che offre una panoramica sui retroscena di un ambiente elitario ma sempre più aperto verso un pubblico più ampio, attraverso metodi di comunicazione giovani e alla portata di tutti.
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