Fabrizio Plessi, Reggio Emilia, classe 1940. Un artista che nell’essenza più profonda e inarrivabile della sua anima, ha scolpita l’idea stessa di innovazione. Pioniere della videoarte italiana e padre del ‘cangiante elettronico e tecnologico’, il 21 settembre torna a emozionare e a incantare il pubblico con Plessi. Emozioni Digitali, nelle sale della Galleria Tornabuoni Arte di Firenze. Un percorso articolato su due livelli, attraversa le tappe principali del maestro: dagli schizzi e progetti cartacei degli anni ‘70 appuntanti su taccuini – gli stessi che conservano tra pagine grezze la memoria dei primi timidi passi del suo ‘genius’ artistico – fino alla frontiera più contemporanea (e probabilmente anche futura) degli NFT e dell’arte su blockchain.
Emiliano per nascita ma veneziano per scelta, Plessi ha sempre manifestato interesse e fascino per gli elementi naturali, primo fra tutti l’acqua. Proprio l’acqua, insieme al concetto stesso di fluidità intesa nel senso più ampio e profondo del termine, negli anni ha dato corpo alla sua inconfondibile impronta linguistica e tematica, indirizzando ogni sua ricerca e sperimentazione. Il binomio natura/artificio, manifesto nella fluidità tanto fisica quanto tecnologica, nella liquidità spazio temporale delle sue creazioni ed installazioni, ha plasmato il suo tratto ‘ri-flessivo’, che riflette e si riflette nelle cose del mondo, nella natura. Memoria e avvenire, sogno e realtà, gioco e pathos, come nella ‘tana del bianconiglio’, si confondono e si fondono, in un connubio perfetto che dalla ‘metafisica degli elementi’, si trasforma e si attualizza nella ‘metafisica del digitale’.
Plessi ha umanizzato la tecnologia, servendosi dei mezzi elettronici prima e digitali poi, come materiali veri e propri, materia e forma da plasmare a immagine emozionale dell’uomo. La liquidità culturale, storica, sociale, spaziale, temporale, che vive nei riflessi dell’acqua, nel sibilo dei venti, nella pastosità della terra, che arde nelle fiamme del fuoco e nei perenni fiumi di lava dorata di immense cascate elettroniche, costruisce una memoria personale e collettiva, atavica e arcaica. Flusso emozionale e sensoriale di idee, speranze e possibilità molteplici che scorrono in un fiume eterno. Da qui, invece di proseguire per la sua strada, sempre fedele a un unico linguaggio, Plessi si spoglia di ogni lezione acquisita, di ogni prova riuscita, di ogni successo riconosciuto, per tornare all’origine del suo sentire e reinventarlo completamente, forgiando nuove creature, per l’era digitale. La sua arte rinasce a nuova vita, senza paura o incertezza, nel metaverso della crypto arte avanzando senza interruzione sul suolo ‘del domani’.
Il percorso si conclude nel futuro, al cospetto di Digital Gold, sua nuova creatura NFT. L’oro, protagonista indiscusso, si pone al centro del presente come un sole, una luce di speranza, un faro di curiosità e conoscenza che, superate le Colonne d’Ercole, indirizza la rotta del maestro che continua a navigare con gran sete d’avventura verso nuovi cripto orizzonti.
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