Categorie: Mercato

Il limite è il cielo del Grand Palais, ad Art Basel Paris 2025

di - 22 Ottobre 2025

Oh La La, c’è tutto il mondo dell’arte sotto il cielo plumbeo di Parigi. Mentre la rana gonfiabile di Alex da Corte prende il volo, triste, in Place Vendôme, mentre l’assistente iperrealistica di Elmgreen & Dragset prosegue il suo sonno affranto nella vetrina di Massimodecarlo Piece Unique. E intanto Paris Internationale debutta sugli Champs-Élysées, Guido Reni si mette in mostra prima della vendita combinata tra Artcurial e Millon, Sotheby’s e Christie’s si fanno belle, bellissime – la prima con Magritte, di tutte le dimensioni, Christie’s schiera Gnoli, Kounellis, il blu infinito di Klein. Al Grand Palais, sulla Senna, la vera ragione di questo fermento: l’edizione numero quattro del colosso Art Basel Paris.

Quindi, le coordinate: 206 gallerie (contro le 289 di Basilea e le 240 di Hong Kong, giusto per non perdere la misura), 41 Paesi, 29 new entries, e quest’anno una preview prima della preview, per pochissimi collezionisti selezionati (solo 6 inviti per ogni booth), a dare il senso di élite, di evento esclusivo, davvero vip. «L’Avant Première di Art Basel si è dimostrata un’idea molto intelligente che ha funzionato su tutti i fronti», rivela Iwan Wirth, Presidente di Hauser & Wirth. «Quando si presenta un’opera d’arte di grande valore a grandi persone, la magia si scatena all’istante. Abbiamo subito venduto il nostro fiore all’occhiello, un eccezionale dipinto del 1987 di Gerhard Richter, presso il nostro stand». Nota a margine, un Richter da $ 23 milioni, perfettamente in pendant con la super retrospettiva alla Fondation Louis Vuitton. Oltre a opere come Concetto spaziale, Attese (1964-65) di Lucio Fontana ($ 3,5 milioni), Femme de Monaco di George Condo ($ 1,8 milioni), a cui si aggiungono le prime vendite del mercoledì, da Masturbating Man (1985) di Bruce Naumann ($ 4,8 milioni) a Femme brune (1941-1942) di Francis Picabia (€ 850.000). «È chiaro che, come la vista sopra di noi al Grand Palais, il cielo è il limite».

Gerhard Richter, Abstraktes Bild (Abstract Painting), 1987, Oil on canvas, 200 x 140 cm / 78 3/4 x 55 1/8 in © Gerhard Richter 2025. Photo: Nicolas Brasseur

Opere museali ovunque, ça va sans dire. Vedi lo stand di Gagosian che porta un old master a pieno titolo nella fiera regina del contemporaneo, una Vergine col Bambino di Rubens del 1611-14 (andava all’asta da Sotheby’s, nel 2020, per $ 7,1 milioni); e la mette in dialogo con i giganti contemporanei, con il nuovo dipinto di John Currin, Supermoon (2025), con l’erotismo ostentato di Le Baiser di Auguste Rodin (1905-1910 circa). «È stato espressamente autorizzato a essere incluso nel settore principale di Art Basel Paris in riconoscimento della sua eccezionale qualità e della sua risonanza con altre opere presenti nello stand», spiegano dalla galleria. E proprio le istituzioni rispondono alla qualità con le consuete acquisizioni: due opere di William Kentridge della Goodman Gallery – Drawing for Felix in Exile (Felix in Flooding Room) (1994) e Sobriety, Obesity and Growing Old (1991) trovano casa rispettivamente presso musei americani e danesi, per $ 600.000 e per $ 450.000. Nell’ambito del programma pubblico, il bronzo di Leiko Ikemura dal titolo Usagi Greeting (440) (2025) è stato venduto dalla Lisson Gallery per € 800.000 euro, mentre l’opera tessile di Joël Andrianomearisoa, Les Herbes folles du vieux logis (2020-2025), esposta all’Hôtel de la Marine, ha trovato un acquirente tramite Almine Rech per € 200.000-250.000.

Gagosian. Pierre Paul Rubens. Courtesy of Art Basel

Affari importanti, già durante l’Avant Premier, per tutti i nomi blue-chip. Così Xavier Hufkens vende Tracey Emin per £ 1,2 milioni, Alice Neel per $ 1 milione, una piccola scultura di Louise Bourgeois per mezzo milione di dollari e un John Chamberlain per $ 285.000. Solo per citare i pesi massimi dello stand. «Che inizio incredibile a Parigi», rivela Hufkens a exibart. «Un inizio stellare, e un segno promettente di ciò che ci aspetta». Da White Cube, Charioteer (2007) di Julie Mehretu vola dritta a $ 11,5 milioni, Karma raggiunge quota $ 3,5 milioni per White Waveda di Matthew Wong, da Yares Art l’opera Sacramento Mall Proposal #5 (1978) di Frank Stella chiude la partita intorno ai $ 4 milioni. Mentre Thaddaeus Ropac assegna Sacco e oro (1953) di Alberto Burri per € 4,2 milioni, due opere di Georg BaselitzCowboy (2024) per € 3,5 milioni e Geste Winken (1995) per € 1,2 milioni. Lista lunga di vendite anche per David Zwirner, incluse una scultura di Ruth Asawa per $ 7,5 milioni, un dipinto di Martin Kippenberger per $ 5 milioni e un Gerhard Richter per $ 3 milioni. Pace Gallery sfiora i $ 10 milioni con Jeune fille aux macarons, un Modigliani maturo, del 1918, con quei «… colori ossidati, allungamenti manieristi e quelle ironiche dislocazioni dei lineamenti dei suoi soggetti – occhi a dondolo e nasi pendenti, teste ovali su colli tubolari» – lo scrive lo storico dell’arte James Thrall Soby – «che sono così inconfondibilmente suoi». La acquista una «private European Institution», comunicano dal booth. E poi a ruota Children playing (1999) di Agnes Martin per $ 4,5 milioni e The Spanish Room 2 di Adrian Ghenie per € 1,5 milioni.

Pace Gallery, Amedeo Modigliani. Courtesy of Art Basel

Altri highlights sparsi tra i booth: un gigante mobile colorato di Alexander Calder, Eight Polygons (1973), occupa lo stand di White Cube, proprio mentre il Whitney Museum of American Art di New York celebra il centenario del Cirque Calder. Un monumentale pastello su carta di Paula Rego, The Cake Woman, è esposto da Victoria Miro – ottimo tempismo, a una settimana esatta dal record per Rego (£ 3,5 milioni per Dancing Ostriches from Walt Disney’s ‘Fantasia’ da Christie’s London, nella settimana di Frieze). E a proposito di trend del mercato: da Di Donna s’incontra un Claude Lalanne fuori misura, Choupatte del 2014, proprio quando sui rostri impazza, e non si arresta, la Lalanne-mania.

Gli italiani, presenti, presenti. Vedi P420, che comunica, tra le altre, vendite per un Filippo de Pisis esposto alla Biennale di Venezia 2024 (asking price € 100.000, IVA esclusa), diverse opere di Irma Blank, tra cui Avant-testo 29-7-99 (Asking price € 130.000, IVA esclusa) e fa sold out per i lavori di Rodrigo Hernández (price range tra € 6000 e € 12.000). «La fiera è stata fin dal primo istante iperdinamica», dichiara a exibart la galleria. Cardi Gallery assegna diverse opere in fase di preview, incluso un Concetto Spaziale, Natura di Lucio Fontana (asking price € 1,5 milioni) e un Untitled di Pier Paolo Calzolari da € 350.000. Poi ancora – tra gli altri – gli stand di Alfonso Artiaco, Franco Noero, Lia Rumma, Tornabuoni Art, i giganti Massimodecarlo e Galleria Continua. Giò Marconi punta ancora sullo storico: «Per questa Parigi abbiamo portato due artisti italiani degli anni 60-70 come Valerio Adami ed Emilio Tadini e due artiste donne che sono Sonia Delaunay e Louise Nevelson». Price range compreso tra € 18.000 ed € 325.000. Mentre dal suo stand- che spazia da Lolita Carpet (1998) di Barbara Bloom a Na Horizontal (2014) di Anna Maria Maiolino – la gallerista Raffaella Cortese rivela a exibart «un forte interesse da parte di collezionisti internazionali, in particolare provenienti dall’Asia, dal Sud America e dagli Stati Uniti. Ma anche dall’Europa e, come sempre, dall’Italia, la cui presenza si conferma solida e partecipe. Notiamo ancora un collezionismo attento anche alle fasce di mercato intermedie, segno di un interesse consapevole. L’unico aspetto che, per ora, sembra essere meno visibile è la presenza di curatori e direttori di museo, che confidiamo possano arrivare nei prossimi giorni». Il range di prezzi? Tra € 30.000 e € 300.000.

Alle 20 è la fine dell’anteprima, si fa scuro il cielo di vetro sul Grand Palais.
È tutto – non sarà mai tutto – dalla preview di Art Basel Paris.

Giò Marconi, Installation View. Art Basel 2025
Raffaella Cortese, Installation View. Ph. Andrea Rossetti
P420@ArtBasel Paris, 2025, installation view. Ph: S.Pellion di Persano

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