Bridget Riley, Cool Edge, 1982
Vi avevamo già annunciato che la British Airways intendesse mettere all’asta una decina di opere della propria collezione per risanare il bilancio post COVID-19, ora abbiamo qualche dettaglio in più: entro la fine del mese, Sotheby’s batterà 17 capolavori attraverso due aste, Rembrandt to Richter (28 luglio) e Modern & Post-War British Art (online dal 20 al 30 luglio), tra cui una stupenda opera di Bridget Riley.
«Siamo fortunati», ha dichiarato Carolina Martinoli, Direttore del Brand e della Customer Experience di British Airways, «ad essere stati in grado di mostrare una vasta gamma di artisti e di creatività attraverso la nostra collezione di opere d’arte, molte delle quali sono state una parte speciale nel design delle nostre lounge in tutto il mondo». E ancora: «Durante questo periodo senza precedenti abbiamo maturato la decisione di lavorare con Sotheby’s, una delle case d’asta più importanti e di fiducia del mondo, per vendere numerosi pezzi di artisti tra cui Bridget Riley e Damien Hirst. Non vediamo l’ora che trovino nuove case con questa vendita».
Ed ecco quindi la conferma per Cool Edge (1982) di Bridget Riley che, con una stima compresa tra £ 800,000 e £ 1,2 milioni, verrà battuta nel corso dell’asta Rembrandt to Richter. La coloratissima e iconica composizione è stata realizzata secondo quella “Egyptian Palette” – violetto, verde acqua, corallo and giallo – che fu il marchio dell’artista a partire dai primi anni ottanta: dopo un viaggio in Egitto, la Riley fu conquistata dai colori della terra, dai giochi di luce e dagli straordinari contrasti dei geroglifici, al punto da riprodurli ossessivamente nelle opere successive.
È Oliver Barker, Presidente di Sotheby’s Europa, a definire proprio Cool Edge tra «i migliori dipinti a strisce degli anni ottanta mai messi all’asta»: parole che fanno sognare in grande, anche in relazione agli ottimi risultati raggiunti dalla Riley con opere dello stesso periodo. Lo scorso 9 luglio, Into Place (1987), battuta da Sotheby’s all’Evening Sale di Hong Kong, è stata venduta per 1,092,614 euro; Gaillard (1989), a febbraio, è stata aggiudicata all’incanto di Christie’s per 2,264,775 euro; Bright Shade (1985) e Songbird (1982), nel giugno 2019, hanno ottenuto, rispettivamente, 982,843 euro e 762,855 euro.
Ma non è tutto. Anche l’asta Modern & Post-War British Art vedrà sfilare, tra le altre, alcune opere provenienti dalla collezione della British Airways, come i cinque screenprint di Elongated Triangles I realizzati dalla Riley (1971), Valium di Damien Hirst (2000), Colour Down the Side 1968 di Terry Frost (1997) e Garden 2 di Marc Quinn (2000). «Questa collezione propriamente britannica», aggiunge Oliver Barker, «presenta un elenco di alcuni dei più grandi nomi della seconda metà del Ventesimo secolo, celebrati a lungo nella collezione della British Airways».
E così, nello stesso anno in cui si è vociferato di un deaccessioning della Gioconda per nientemeno che 50 miliardi, l’arte si conferma come attrice della ripresa economica, protagonista necessaria di un mercato che non ha intenzione di arrendersi.
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