Due esempi di astrazione della fine del XX secolo, due dipinti provenienti dalla collezione di Marcel Brient, entrambi al loro debutto sul mercato delle aste. Sono Mathis di Gerhard Richter (1983) e un [Senza titolo] di Willem de Kooning (1984) i top lot della 20th Century & Contemporary Art Evening Sale di Phillips, sfileranno sotto i riflettori di Londra il prossimo 2 marzo. Le previsioni degli esperti? Rispettivamente, £ 10-15 milioni per Richter, £ 7-9 milioni per de Kooning.
«Ho avuto la fortuna di convivere con questi due capolavori per oltre 20 anni, è ora giunto il momento di rimetterli al mondo», rivela alla stampa Marcel Brient. E aggiunge: «Queste due opere sono state create a un anno di distanza l’una dall’altra, e nella loro scala e ambizione rappresentano per me due momenti specifici della carriera dei rispettivi artisti. Da un lato c’è l’esuberanza audace e giovanile di un artista all’inizio della sua carriera (Gerhard Richter) e dall’altro la meditazione più elegiaca o pacatamente poetica di un artista che si avvicina alla fine della sua vita (Willem de Kooning)».
Proprio così. Aveva 51 anni Richter nel 1983, l’anno in cui dipinse Mathis. Quel periodo fu cruciale per lui per la maturazione di un linguaggio forte e astratto, radicato nei contesti socio-politici della Germania del dopoguerra. Addio quindi alla pittura fotorealista monocromatica che aveva definito la sua produzione negli anni ‘60, è il tempo dell’improvvisazione, del colore acido, dell’interazione di texture superficiali più complesse, di tecniche sempre nuove. Ed ecco Mathis: la prima e strutturalmente più complessa di un sottoinsieme di quattro tele astratte (abstrakes bilder) tutte intitolate a persone (Mathis, Martha, Marian, Maria), che evidenziano il dialogo strutturato che Richter sviluppò in questi anni tra astrazione e modalità di rappresentazione. Tre anni dopo, nel 1986, darà vita al suo attuale record all’incanto, Abstraktes bild, che nel febbraio 2015, da Sotheby’s Londra, toccava il cielo dorato di £ 30,4 milioni.
1984, è il turno di de Kooning. Del suo ritorno trionfale alla pittura, dopo un periodo di cattiva salute. Il risultato: un vocabolario pittorico ridotto all’essenziale, con linee morbide e colori concentrati, dritto fino a quelle tele ariose e piene di luce che suggeriscono tracce di corpi e frammenti del paesaggio di East Hampton. Uno sguardo pacifico, contemplativo, senz’altro maturo, a una vita ben vissuta. Ben diverso dai suoi più esplosivi trionfi all’asta. Come Woman as Landscape, del 1954-55, che nel novembre 2018 trovava un acquirente a New York, da Christie’s, per $ 68,9 milioni. O ancora dal più recente Untitled del 1979, che l’anno scorso, sempre a New York, chiudeva la partita da Sotheby’s per $ 34,7 milioni – vale a dire il terzo risultato più alto mai raggiunto dall’artista olandese.
«Questi due dipinti monumentali», dichiara Cheyenne Westphal, Global Chairwoman, «suscitano un’interessante conversazione sui lasciti dell’astrazione e sul passaggio da una generazione all’altra. Il Mathis di Richter mi parla di forza e potenza straordinarie, mentre il dipinto di de Kooning è delicato e molto commovente, l’ultimo respiro dell’artista. Entrambe le opere colpiscono direttamente il cuore della lunga eredità dell’astrazione, alla quale entrambi gli artisti hanno contribuito in modo incommensurabile, e la visione e l’impegno di un collezionista ad “andare oltre” sia nell’arte che nella vita. Marcel Brient è un visionario con un occhio acuto e un talento eccezionale nel vedere il potenziale di un artista prima del tempo ed è un onore presentare questi due capolavori all’asta da Phillips».
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